Palmi (Pàrmi in calabrese) è un comune italiano di 17.842 abitanti della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
La città è un attivo centro agricolo, commerciale e balneare, nonché località principale dell’area geografica conosciuta come Piana di Palmi o Gioia Tauro.
Origini del nome
Circa le origini del nome dato a Palmi è costante la tradizione, nei secoli susseguiti alla sua fondazione, che abbia assunto tale denominazione a causa delle numerose palme che sorgevano nel suo territorio; tant’è che con l’indicazione De Palmìs, Ruggiero I conte di Calabria specificava di concedere la chiesa di San Georgium, nel 1085, alla Chiesa di Santa Maria e dei XII Apostoli di Bagnara Calabra. Dominus Palmae venne chiamata invece dal barone lacobus De Roto di Seminara nei registri angioini del baroni di Calabria del 1333 mentre, nei secoli seguenti, gli antichi notari si servirono dell’espressione Civitas Palmarum per indicare Palmi. La quale, nel secolo XVI, da Gabriele Barrio venne chiamata Parma mentre da Fra Lando Alberti venne nominata come Palma. Carlopolì venne pure denominata nel secolo suddetto, in onore del duca Carlo Spinelli che la ricostruì fortificata dopo una devastazione saracena, tanto che nel 1567 sono riportati l’appellativo di oppidum (a conferma della fortificazione) e di Palma nunc Carlopolis ipotizzando che la nuova Carlopoli fu costruita accanto al vecchio centro abitato. All’inizio del XVIII secolo, la città venne detta ordinariamente Palme, nome che prevalse sempre fino al nuovo assetto del regno di Casa Savoia (1860), in cui si stabilì definitivamente il nome Palmi.
Informazioni:
Sito istituzionale:
www.comune.palmi.rc.it
Territorio
Palmi sorge sul mar Tirreno, a ridosso delle pendici del Monte Sant’Elia, su un terrazzamento che sovrasta un tratto di Costa Viola.
Gran parte del territorio comunale è formato da una serie di terrazzamenti collinari che degradano rapidamente sul mare tramite un sistema di falesie, piccole spiagge e scogliere. Su un terrazzamento a quota 228 metri s.l.m. si trova il centro storico con la casa comunale mentre, in un altro terrazzamento posto più a nord ed avente altezza di circa 100 metri s.l.m., è ubicata la frazione di Taureana. La restante parte della superficie comunale è costituita, a sud, dal Monte Sant’Elia (582 metri s.l.m.) e, a nord-ovest, da un territorio pianeggiante su cui sorgono i quartieri balneari costituenti il Lido di Palmi.
Oltre il territorio comunale, a nord, si estende la seconda zona pianeggiante per ampiezza della Calabria che prende, tra gli altri, il nome di Piana di Palmi.
Il corso d’acqua principale è il fiume Petrace, che segna il confine nord-est del territorio comunale, dalla località Pontevecchio fino alla sua foce sul mar Tirreno.
La punta più ad ovest è denominata Capo Barbi, e da questo promontorio inizia la Costa Viola. Il nome deriva dal fatto che il mare, a poca distanza dalla linea di costa, raggiunge elevate profondità facendo assumere all’acqua un colore blu cupo che il sole, al tramonto, colora con riflessi viola. Poco più a sud di Capo Barbi vi è la punta Motta.
Tutta la costa di Palmi, nella quale si trovano la baia della Marinella e la baia della Tonnara, è arricchita da grotte marine e costiere, da spiagge e da scogli. Tra le prime vi sono la grotta delle Sirene, la grotta dell’Arcudace e la grotta Perciata. Le spiagge sono quelle della Marinella, di Trachini, della Tonnara e di Pietrenere-Scinà mentre gli scogli principali sono lo scoglio Trachini, Pietra Galera, lo scoglio dell’Isola e gli scogli Agliastro. Tra questi ultimi vi è il celebre scoglio dell’Ulivo, sulla cui sommità è cresciuto, nei secoli passati, un albero di olivo.
Una parte del territorio comunale rientra nell’elenco delle Zone di Protezione Speciale e dei Siti di Interesse Comunitario della Regione Calabria.
La Storia
Il territorio comunale fu abitato fin dall’Età del bronzo, come testimoniato dai rinvenimenti ottenuti negli scavi condotti nella Grotta della Pietrosa o dai resti di capanne scoperti a Taureana di Palmi. Dal IV secolo a.C , e fino al X secolo, nel territorio comunale si sviluppò la città di Tauriana. Sulla sua fondazione, alcune leggende narrano di una possibile colonizzazione achea dell’area. Altre ipotesi storiche ricollegano la nascita della città alla seconda metà del IV secolo a.C., quando dei gruppi brettii, nello specifico i «Tauriani», si resero autonomi dai lucani, raggiungendo e conquistando una parte della Calabria meridionale La città è segnalata in atti ufficiali di età successiva, quando Tito Livio asserisce che nel 212 a.C., in occasione della Seconda guerra punica, nel Bruttium vi fu il passaggio dei Taureani sotto la protezione di Roma. Nell’alto medioevo la città crebbe d’importanza diventando sede vescovile.
Nel 951 Tauriana venne distrutta dalle milizie dell’emiro di Palermo Hasan Ibn Alì e, fuggendo, la parte dei taurianensi dedita ai traffici ed alle arti marinaresche si stabili nella parte alta della costiera, tra il monte Aulinas ed il fiume Metaurus, nella contrada De Palmis dove vi erano alcune case coloniche.
Dei primi secoli di vita del piccolo villaggio di Palmi (Palmae in latino), casale di Seminara, sono giunte ai giorni nostri poche informazioni. Si narra che da Palmi il conte Ruggero I di Sicilia radunò l’armata normanna per muovere alla conquista della Sicilia. Dagli inizi della dominazione normanna, fino al principio del XIII secolo, le uniche notizie riguardano le vicende che accompagnarono i conventi di Sant’Elia lo Juniore e di San Fantino. Le dimensioni dell’abitato nel Trecento dovevano essere contenute, dato che la chiesa di San Nicola era l’unica esistente.
Si rifugiò a Palmi, nel 1495, il re Ferdinando II di Aragona dopo aver subito una sconfitta a Seminara contro le truppe del generale Robert Stuart d’Aubigny.
Il centro abitato fu colpito nel 1549 dai pirati saraceni e distrutto interamente. Pertanto il feudatario duca Carlo Spinelli, decise di riedificare la città fortificandola. In seguito alla sua ricostruzione la città crebbe ulteriormente d’importanza attirando tutti i traffici marittimi delle coste meridionali della Calabria.
Indipendente da Seminara nel 1632, nel XVII secolo la città si sviluppò urbanisticamente ed economicamente grazie all’attività commerciale dei suoi abitanti ed al marchese Andrea Concublet che le istituì una “fiera”. Le mura ad est vennero abbattute per permettere l’unione con i nuovi agglomerati che venivano a formarsi, in conseguenza dell’aumento di popolazione. Sempre nel XVII secolo il tessuto urbano, fino a quel momento costituito da rioni distanti tra di loro, si concentrò intorno ad un nodo principale formato dalla nuova” piazza del Mercato”.
Nel XVIII secolo Palmi attraversò il periodo più florido della sua storia, fino a quando fu colpita dal Terremoto della Calabria meridionale del 1783 che la distrusse completamente provocando circa 1.400 morti. La ricostruzione della città avvenne seguendo parzialmente il Piano Regolatore redatto dall’ing. De Cosiron.
La città venne posta a capoluogo di distretto nel 1806. Nel 1860 avvenne lo sbarco di Giuseppe Garibaldi e della spedizione dei mille alla Marina di Palmi, e l’evento fece mettere in fuga il numeroso presidio borbonico presente in città. Con l’Unità d’Italia, il distretto venne abrogato e Palmi fu posta a capo dell’omonimo circondario (abolito nel 1927). Nel 1894, la città fu epicentro di un terremoto che produsse numerose rovine e 9 morti.
Nel 1908 Palmi venne nuovamente distrutta, quasi nella sua totalità, dal violento terremoto del 28 dicembre, che provocò nella sola città calabrese circa 600 morti. Il centro abitato venne ricostruito su progetto dell’ing. Pucci, stravolgendo completamente l’assetto urbano del secoli passati. La ricostruzione, che interessò tutta la prima metà del XX secolo, rese gradevole l’aspetto della città, con l’uniformità delle volumetrie, con il gusto neoclassico dei nuovi edifici e con la realizzazione di monumenti ed opere d’arte.
Il secondo dopoguerra vide lo sviluppo cittadino nel settore terziario, ponendo Palmi come principale polo amministrativo, direzionale e scolastico del versante tirrenico della provincia grazie all’istituzione di scuole di secondo grado, strutture di forze armate, strutture sanitarie e giudiziarie e sedi di altri enti pubblici e privati. Nel 1998 fu istituito dalla Provincia di Reggio Calabria il Circondario della Piana, rinominato nel 2008 Circondario di Palmi.
Arte e cultura
Monumenti e luoghi d’interesse
Architetture religiose
La Concattedrale di San Nicola chiamata anche Chiesa Matrice è stata aperta al culto nel 1932. L'edificio ha una struttura in cemento armato ed è in stile neoromanico. Ha facciata a salienti con rosone centrale. L'interno è a croce latina, con tre navate separate da arcate a tutto sesto e da due file di colonne doriche quadrangolari. All’interno è possibile ammirare l'antico altare proveniente dalla vecchia Chiesa che sorgeva presso l’attuale Piazza Amendola. Al di sotto dell’altare nel lato sinistro e nel lato destro vi sono due cappelle, dedicate, rispettivamente a San Nicola, Patrono della Città, e al Sacro Cuore. A destra del presbiterio, invece, si trova la cappella della Madonna della Sacra Lettera, Compatrona della Città, della quale si conserva un dipinto settecentesco con manta d'argento di scuola siciliana.
Inoltre all’interno della Concattedrale è custodita la reliquia del Sacro Capello della Vergine Maria, donata dalla Città di Messina in segno di riconoscimento dell’aiuto che il popolo palmese ha dato alla Città peloritana a seguito dell’epidemia di peste scoppiata nel 1575. La reliquia l’ultima domenica di agosto viene collocata sul “Trionfino” una sorta di baldacchino collocato su un vascello, trasportato a spalla dai marinai appartenenti alla Congrega di Maria Santissima del Soccorso e viene portata in processione insieme al quadro della Madonna della Sacra Lettera. In occasione dei festeggiamenti della Varia, la processione viene anticipata al sabato. Accanto alla chiesa, sul lato destro, si trova un imponente campanile, che è anche torre civica, costruito negli anni Cinquanta. La torre presenta quattro orologi, uno per ogni facciata e quattro campane appartenenti alla vecchia chiesa.
In tardo stile barocco, sull'altare maggiore custodisce la settecentesca statua della Madonna dei Soccorso;
La prima edificazione della Chiesa di Maria Santissima del Rosario risale al 1733 ma i terremoti del 1783 e del 1894 la distrussero. Successivamente i frati minori conventuali della provincia religiosa di Napoli costruirono una chiesa prefabbricata intitolata a San Francesco di Paola
La chiesa oggi è intitolata alla B.V. del Rosario ed è dedicata al culto di San Francesco e di S. Antonio di Padova. All’interno la navata è rettangolare, l'altare maggiore è realizzato in marmo e policromo e sopra l'altare è posizionata l’opera di Luigi Santifaller che rappresenta Maria Santissima del Rosario con Santa Caterina da Siena e San Domenico.
Poco distante dalla chiesa, presso il Belvedere Gi.Sa vi è un monumento dedicato a San Francesco d'Assisi,inaugurato, il 20 dicembre 1987. La scultura bronzea fu realizzata dall’artista statunitense Susan Loeb Luppino, grazie alla collaborazione del palmese Giuseppe Saffioti dal quale prende il nome il belvedere (G.I.S.A), luogo in cui è collocata la statua.
Per la realizzazione del monumento furono utilizzate pietre provenienti da ogni regione d'Italia. Per la Liguria arrivarono da Varazze, città gemellata con Palmi.
Alla base della statua è riportata la seguente scritta: «A San Francesco patrono d'Italia, in questo estremo lembo, della penisola, che diede la prima voce, ed il primo battesimo agli italici, il comitato i cittadini, le amministrazioni comunale e provinciale, nel 50º della venuta a Palmi, dei Frati Minori Conventuali, dedicato, AD 20 dicembre 1987».
Esempio di architettura moderna progettata dagli architetti Flavio Bruna, Aimaro Isola e Roberto Gabetti, ha ricevuto numerose recensioni, tra cui quella della rubrica "una chiesa del mese" della Conferenza Episcopale Italiana
Architettura moderna sorta nel luogo dove anticamente vi erano le due chiese distinte dei due suddetti santi. Custodisce le statue, molto venerate dalla popolazione, di San Rocco (XVll secolo) e dell’immacolata Concezione
Fuori le mura cittadine sorgeva la Chiesa dedicata alla Madonna di Loreto, questa chiesa con bolla vescovile fu concessa all’Ordine Carmelitano il 9 giugno 1609. Nel 1652 però i Carmelitani dovettero abbandonare il Convento e la Chiesa a seguito della Bolla di Papa Innocenzo X, che prescrisse agli ordini religiosi di sopprimere i piccoli Conventi. Ai Carmelitani subentrarono i sacerdoti secolari i quali istituirono la Confraternita di “Nostra Signore del Carmine” il 16 agosto 1782. Si è discusso molto su quest’ultima data, Padre Anselmo Leopardi la farebbe risalire al 1689, quando una colonia di 35 messinesi con le loro rispettive famiglie e con a capo il nobile Tommaso Salvatore si trasferirono a Palmi e diedero origine alla Nobile Confraternita di Santa Maria del Carmine. Per l’abbellimento interno della chiesa se ne occupò il procuratore Domenico Guido, il quale oltre a dotare gli scanni ed i banchi di legno commissionò ai maestri Paolo Rechici e Antonino Chitton della città di Messina la costruzione dell’altare in marmo.
All’interno si possono ammirare diversi dipinti raffiguranti S.Maria Maddalena De Pazzi, Patrona del Terz’ordine Carmelitano, Sant’Elia Profeta, Santa Teresa D’Avila Santa Teresa del Bambin Gesù e San Giuseppe. Inoltre è presente un antico Crocefisso in legno di Ortisei. Affascinanti sono le volte affrescate dove sono rappresentate l’incoronazione della Vergine Maria, la consegna dello scapolare a San Simone Stock. Il Santuario oggi è una struttura ricca di segni, simboli e figurazioni. All’esterno, sulla cima del Santuario, si trova la croce di Gerusalemme, croce grande attorniata da quattro più piccole, che rappresenta i dodicimila calabresi che partirono da Taranto a seguito di Boemondo Normanno e Tancredi d’Altavilla nella prima crociata per riscattare i luoghi sacri.
Inoltre esternamente al Santuario si trovano due leoni, uno con la bocca chiusa, che simboleggia la forza della natura che scatenò il terremoto, l’altro con la bocca aperta, che simboleggia la forza dello Spirito che chiese ed ottenne la protezione della Madonna. Infine sul sagrato è possibile anche ammirare la colonna di Taureana che rappresenta le radici della città.
Sul Piazzale, invece è presente l’obelisco dedicato alla Madonna del Carmine, realizzata da una ditta di Napoli, con a capo Attilio De Luca in ricordo delle vittime di tutti i terremoti. L’obelisco venne inaugurato dal vescovo Benigno L. Papa l’8 maggio del 1983.
Ma ciò che caratterizza il Santuario del Carmine è la miracolosa statua della B.V. Maria del Carmelo che salvò migliaia di persone dal tremendo terremoto del 1894, infatti su una popolazione di quindicimila abitanti morirono solo 9 persone.
La statua fu scolpita dal maestro Domenico di Lorenzo nel 1782 a seguito di un rogito di committenza del Magnifico Don Domenico Guido. Tale rogito imponeva alcune caratteristiche quali l’utilizzo del legno di tiglio, l’altezza della statua doveva essere di sei palmi, gli angeli puttini dovevano avere le ali, il volto della Madonna doveva essere delicato ma allo stesso tempo maestoso. Nel 1990 la statua su indicazione dei Padri Carmelitani fu soggetta ad un intervento di restauro conservativo ad opera dei maestri restauratori Grazia dei Tripodi e Clara Biagini.
Il miracolo avvenne il 16 novembre del 1894, ma tutto iniziò a partire dalla mattinata del 31 ottobre, quando dopo la celebrazione eucaristica, alcune donne che rimasero in Chiesa per pregare, notarono che gli occhi della Madonna si muovevano ed il volto era diventato molto pallido. In poco tempo si sparse la voce in tutta la città ed accorsero numerosi fedeli, i sacerdoti di tutte le parrocchie, alcuni nobili, i carabinieri con dapprima molto scetticismo. Nei giorni successivi i fedeli, notarono che le palpebre della statua della Madonna si abbassavano e si alzavano.
Le mura della chiesa iniziarono a trasudare e pertanto il 16 novembre del 1894 si decise di portare la statua in processione. Intorno alle ore 18 mentre era in atto la processione ci fu un violento terremoto. Tutti i fedeli che erano in processione dietro la statua si salvarono. Per tali avvenimenti la Chiesa cattolica riconobbe ufficialmente il miracolo, incoronando la statua il 16 novembre 1896 a seguito del decreto emesso dal Capitolo Vaticano.
In stile barocco, è il luogo di culto più antico del centro storico e al suo interno si trova, sull'altare maggiore, un Crocifisso ligneo del XVII secolo mentre nella cripta sottostante è presente il Sacrario diocesano contenente le reliquie di numerosi santi
Luogo di culto in stile moderno che conserva un antico dipinto della Madonna del Rosario
Architettura moderna di Taureana di Palmi che al suo interno conserva la venerata statua della Madonna dell'Alto Mare
Chiesa ubicata nella frazione di Pietrenere e prospetta sul Lago Spinelli.
Piccola chiesa della Tonnara di Palmi, dedicata al protettore dei pescatori del luogo
Chiesetta posta sulla sommità dell’omonimo monte a ricostruzione del luogo di culto realizzato nell'884 da Sant'Elia lo Juniore. All’interno sono collocate le statue della Madonna della Montagna e di Sant'Elia profeta
Luogo di culto di Palmi Scalo. La chiesa venne realizzata in occasione dei lavori per il raddoppio dei binari della Ferrovia Tirrenica Meridionale, a «perenne memoria» dei crolli avvenuti nel 1955 all'interno della galleria tra Palmi e Bagnara Calabra. che causarono la morte di 23 operai addetti al consolidamento ed alla posa dei binari.
In passato a Palmi, nel centro urbano e «fuori le mura», sorgevano luoghi di culto dei quali oggi non ne rimangono più gli edifici (per terremoti, incendi o devastazioni saracene), ma vi è traccia, per alcune di essi, nelle memorie storiche e nei verbali delle visite vescovili o dei parroci del tempo
Architetture civili
Sede attuale del municipio, venne progettato nel 1915 dall'architetto Vittorio Alberto Storchi
Detta anche "torre dell’orologio". La torre, sorgendo accanto al duomo cittadino ed essendo dotata di campane, svolge anche la funzione di campanile. Con i suoi quaranta metri d'altezza è l'edificio più alto della città
In stile neoclassico, risulta essere un complesso architettonico di particolare interesse storico. Eseguito da maestranze provinciali, il palazzo propone una costruzione massiccia ed equilibrata, che evidenzia la sua funzione pubblica di marcata derivazione classica. L'immobile è catalogato nell'elenco dei "luoghi della cultura" del Ministero per i Beni Culturali
Architettura del periodo fascista, venne realizzato per ospitare il tribunale, la pretura e la corte d'assise del circondario giudiziario di Palmi. Attualmente è ancora sede di alcuni uffici del tribunale civile
In stile neoclassico, è un modello della tipologia edilizia tipica degli edifici pubblici realizzati nella Provincia di Reggio Calabria. Contrassegnato da elementi decorativi della manualità di maestranze provinciali qualificate, l'immobile risulta tra i beni vincolati della Regione Calabria ed è catalogato nell'elenco dei "luoghi della cultura" del Ministero per i Beni Culturali
In stile nazionalista e progettato dall'architetto Marcello Piacentini
Anch'esso fu progettato in stile nazionalista dall'architetto Marcello Piacentini, per ospitare la sede della banca popolare cittadina
Esempio di architettura moderna che ospita gran parte degli uffici del tribunale di Palmi
Chiamata anche "Villa Repaci" in quanto appartenuta all'omonimo scrittore, fu ristrutturata nel 2008 dal Comune di Palmi tramite concorso. Nelle vicinanze dell'edificio, immerso tra gli ulivi, vi è una piccola grotta ed una "guardiola", osservatorio per la caccia al pescespada piantata sullo sprone di una roccia, in un luogo dal quale è visibile tutta la Costa Viola
Altri palazzi e ville di interesse sono il Palazzo Bovi, imponente edificio con mura rosse e aperture in marmo bianco al cui interno vi nacque Nicola Antonio Manfroce, il Palazzo Mezzatesta, sulla cui facciata principale è collocata un’edicola con una riproduzione della Madonna del Carmelo a ricordo dell’evento miracoloso del terremoto del 1894 ed il Palazzo Rossi, antico edificio in stile liberty, nel quale lo scrittore Leonida Repaci ambientò un suo romanzo.
Teatri
Sorge adagiato su un terrazzo dal quale è ammirabile lo stretto ed i centri di Scilla e Bagnara Calabra. La struttura, progettata dagli architetti Rosaria Zoccali e Domenico Abbia, ospita numerosi eventi dell' "Estate Palmese" ed ha una capienza di 1.000 posti
Edificio di notevole capienza con palcoscenico per scenografie mobili e rotanti, attualmente in fase di ristrutturazione. Nel teatro si esibirono artisti quali Adriano Celentano, Katia Ricciarelli, Gino Bramieri e Domenico Modugno che fece realizzare, a quei tempi, l'incasso più alto di tutta la Calabria.
Il cinema-teatro sorse in sostituzione del più antico Teatro Nicola Antonio Manfroce, inaugurato il 26 aprile 1893 con un'opera diretta da Francesco Cilea e demolito nel 1938, dopo essere stato gravemente danneggiato dal terremoto del 1908.
Nel centro cittadino è presente anche il Cinema teatro Cilea, che risulta però chiuso al pubblico dal 1979.
Fontane monumentali
In città vi sono alcune fontane monumentali, realizzate dal XIX secolo ad oggi. L’elenco è il seguente:
- Fontana della Palma (1922)
La Fontana della Palma fu costruita verso la metà del 1600 dal feudatario e benefattore Andrea Conclubet Marchese d’Arena, per alleviare la sete dei suoi sudditi. L’ acqua nasceva dalla sorgente dell’Olmo ed arrivava fino al centro della Città. Nel 1888 fu abbattuta per aver perso la funzione per la quale era stata costruita ed oggi i suoi resti si trovano nei giardini della Casa della Cultura. Nel 1914, per iniziativa dell’avvocato Luigi Lacquaniti fu costituito un comitato al fine di ricostruire la Fontana. Però a causa della prima guerra mondiale, la sua realizzazione si ebbe dopo ben otto anni, tale ritardo fu dovuto anche al fatto che parte della popolazione riteneva che in quel luogo doveva rinascere nuovamente la Chiesa Madre crollata dopo il terremoto del 1908.
Il 15 ottobre 1922 la nuova fontana monumentale, progettata dall’architetto Jommi e costruita dal professor Giovanni Sutera, venne consegnata alla Città di Palmi con una cerimonia inaugurale. La fontana è in stile barocco berniniano moderno, la vasca è di granito. Lo stesso giorno dell’inaugurazione della fontana entrò in vigore il nuovo acquedotto cittadino che venne denominato Acquedotto Vina e che risolse il problema di carenza idrica in città.
Nel 1977 la fontana fu oggetto di una emissione filatelica con tiratura limitata ed inserita nella serie «Fontane d’Italia», grazie al palmese Antonino Zappone.
- Fontane dei Canali (1838)
Manufatto posto in piazza Lo Sardo che serviva a convogliare le acque provenienti dalle contrade Olmo e Vitica, da cui prendono il nome le varie fontane. Il monumento è stato ristrutturato nel 2011 dall’Associazione Prometeus, con l’inserimento di immagini bronzee raffiguranti scene cittadine e contadine dei secoli passati, ad opera degli artisti Fabio Belloni, Maurizio Carnevali e Achille Cofano - Fontana monumentale (XX secolo)
Sorge in piazza Matteotti e al suo centro è collocata una colonna romana proveniente dai ruderi dell’antica Tauriana - Fontana Muta (XX secolo)
Opera ubicata nel rione Ajossa, in piazza Carmine Fiorino, composta da un muro di sostegno davanti il quale, centralmente, è collocata la fontana mentre ai due lati di quest’ultima partono due scalinate per accedere al soprastante rione Pille - Fonte di San Rocco (2010)
Opera dell’artista Maurizio Carnevali su progetto dell’architetto Bagalà, ubicata nell’omonima piazza. La fontana riproduce una scultura bronzea di San Rocco adagiato, con il cagnolino, nell’atto di abbeverarsi - Madonna con Bambino (2013)
Ultima realizzata, in ordine di tempo, e collocata sul lungomare Costa Viola del Lido di Palmi, dalla quale si innalza una stele con la rappresentazione stilizzata di una Madonna con Bambino
Architetture militari
Torre di avvistamento costiera risalente al XVI secolo. Fu costruita, nel 1565, dal duca Carlo Spinelli nell’ambito della riedificazione della città avvenuta nel 1549. Era chiamata anticamente «Torre di Pietrenere» per distinguerla dall'altra torre militare cittadina, detta di «Torre di San Francesco» (demolita nel XIX secolo). Il manufatto è tutelato tramite notifica del 16 agosto 1913 ed è collocato all'interno del Parco archeologico dei Tauriani
Ubicato al Lido di Palmi. La struttura fu progettata ad inizio del XIX secolo dai francesi, per ordine del re di Napoli e di Spagna Giuseppe Bonaparte, durante il periodo di Gioacchino Murat. Nel progetto il fortino, avente mura grigie di pietra levigata, doveva essere collegato ad una batteria di cannoni. La struttura, che serviva in quanto la zona fu un teatro di lotte tra inglesi, francesi e filoborbonici, non venne completata poiché i Borbone ripresero il comando del Regno di Napoli
Collocato nel centro cittadino, in corrispondenza dell'antico borgo della Cittadella. L'opera è un bastione che faceva parte della cinta muraria cittadina realizzata nel XVI secolo e attualmente demolita
Monumenti
Il monumento principale è il monumento ai Caduti (1932), opera realizzata dall’artista Michele Guerrisi ed inaugurata con una cerimonia alla quale parteciparono Umberto di Savoia e Maria José del Belgio. Il monumento, ubicato in piazza Municipio, é costituito da un gruppo scultoreo con base in blocchi di granito a forma di croce greca, sui quali sorgono due gruppi di figure in bronzo. Il primo gruppo è formato da un soldato ed un fante. Il secondo gruppo è rappresentato da due madri unite nel dolore e nella fede. Alle loro spalle vi sono due colonne di marmo bianco di Carrara. Alla base delle colonne sono incisi i nomi dei 203 cittadini di Palmi caduti durante la Grande Guerra. Sempre nella piazza sorge il monumento al Lavoro (2013), scultura in marmo bianco e acciaio realizzata da Maurizio Carnevali. L’opera rappresenta una palma, simbolo della città. Nel marmo sono incise raffigurazioni del lavoro e della famiglia. Poco distante, in piazza Pentimalli, è ubicato il mausoleo di Francesco Cilea (1962), opera realizzata anch’essa da Michele Guerrisi e dall’architetto Nino Bagalà per ospitare la salma dell’artista palmese. Il mausoleo è costituito da una parete in muratura sulla quale sono disposti dei bassorilievi con raffigurazioni di scene del mito di Orfeo ed Euridice, il tutto attorno ad una scultura bronzea che rappresenta la musa Erato. Il mausoleo contiene una cripta decorata da mosaici contenente le spoglie dei coniugi Cilea. Sopra di esso vi è un piccolo orologio a ricordo dell’antica torre distrutta, con lo sbancamento di parte del rione Spirito Santo, per realizzare l’opera.
Dal suddetto mausoleo, risalendo la via Buozzi, nel belvedere Gi.Sa è collocato il monumento a San Francesco d’Assisi (1987), scultura bronzea realizzata dall’artista Susan Loeb Luppino, per conto della Sovraintendenza per i beni storici. La statua, posizionata su una base in pietra e marmo con intorno una fontana e un piccolo giardino, rappresenta il santo con le braccia aperte in segno di protezione verso la città, essendo la stessa posta in un luogo panoramico da cui si può ammirare il centro cittadino e il mar Tirreno. Nella Villa Comunale busto del musicista Manfroce opera scolpita dallo scultore Vincenzo Jerace. Riscendendo nel centro storico, in piazza del Carmine, vi sono alcune opere monumentali. La principale è l’Obelisco alla Madonna del Carmine (1983), alta stele di granito sulla cui cima vi è collocata una statua in bronzo della Madonna del Carmine, realizzata dalla ditta De Luca di Napoli in concomitanza con il bicentenario del terremoto del 1783. La stele fu squadrata da maestri d’arte locali. Gli altri monumenti della piazza sono due leoni in bronzo, posti all’ingresso del santuario, raffiguranti uno «il terremoto» e l’altro «la fiducia del popolo nella protezione da parte della Madonna», ed una colonna di marmo, reperto storico provenienti dai ruderi dell’antica Tauriana.
Al di fuori del centro storico, nel belvedere Managò sulla cima del Sant’Elia, è collocato un complesso monumentale composto da: il monumento a Domenico Antonio Cardone, una grande croce di ferro (illuminata di notte e visibile da tutta la piana) ed il monumento delle tre croci (XX secolo). Il monumento delle tre croci fu realizzato ad inizio del XX secolo e rappresenta tre croci bianche, con quella centrale più grande, a ricordo del monte calvario dove Gesù venne crocifisso. Il monumento subì una parziale distruzione durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale per essere ricostruito nel 1949, a cura del corpo cantonieri comunali. Nel 2014 il complesso è stato oggetto di restauro ad opera del Rotaract Club di Palmi.
In contrada Acqualive vi è un’edicola dedicata alla Madonna del Carmine chiamata «Croce dei morti», avente principalmente una valenza storica commemorativa, mentre nel piazzale Trodio è collocato dal 2014 il Monumento alla Varia di Palmi, realizzato anch’esso da Maurizio Carnevali.
Completa l’elenco dei monumenti cittadini una serie di busti in marmo, collocata all’interno della Villa comunale Giuseppe Mazzini, di personaggi nazionali e locali del passato. Tra questi vi sono Giuseppe Garibaldi, Vittorio Emanuele III e Nicola Antonio Manfroce.
Punti panoramici
«Dalla cima del Sant’Elia, dalla balconata a mare della Villa Comunale, dalla gradinata della Torre, si gode un panorama che non è secondo a nessuno dei più famosi centri della riviera amalfitana» (Leonida Repaci)
I punti panoramici della città sono molti, grazie alla conformazione del territorio comunale. Difatti in molti siti sono collocati dei belvederi dai quali è possibile ammirare tutta la costa tirrenica compresa tra Capo Vaticano e lo stretto di Messina (la costa siciliana è spesso visibile fino al vulcano Etna) e, sullo sfondo del mar Tirreno, le isole Eolie. Per questo, in passato, molti scrittori e poeti hanno definito Palmi una “terrazza sullo Stretto”.
Il punto panoramico principale è il Belvedere Managò, posto sulla sommità del monte Sant’Elia, costituito da una serie di balconate realizzate con ringhiere e scale sopra i vari costoni della montagna. Da esso sono visibili tutte le zone suddette, oltre al sottostante centro cittadino e alla Piana di Palmi. Lo stesso panorama è ammirabile, però da un’altitudine minore, anche dal Belvedere Torre, dalla Punta Motta e dalla villa comunale Giuseppe Mazzini. Altri punti panoramici sono collocati a Taureana di Palmi. Precisamente dalla via del Mare, dalla strada provinciale Palmi-Taureana e dal Parco Archeologico dei Tauriani si può ammirare la sottostante rada del Lido di Palmi, dov’è collocato il Porto di Palmi e lo Scoglio dell’ulivo. Anche la baia dove sorge la Marina di Palmi offre punti panoramici, dalla strada che conduce alla frazione; difatti da essa è possibile ammirare sia la sottostante spiaggia in ghiaia bianca, sia gli speroni di roccia del sovrastante bastione montuoso del monte Sant’Elia.
Archeologia
I siti archeologici del territorio sorgono principalmente sulle rovine dell’ antica Tauriana e lungo la costa. Il più importante di essi corrisponde al Parco Archeologico dei Tauriani “Antonio De Salvo”, inaugurato a Taureana nel 2011 nell’area dove avvengono scavi archeologici, in modo sistematico, dal 1995.
All’interno del parco, oltre alla Torre Saracena, sono evidenziabili i resti di un teatro che aveva una capacità di oltre 3.000 spettatori, una strada romana che conduceva alla via Popilia, un santuario romano conosciuto come “la casa di Donna Canfora”, una “Casa del mosaico” risalente al I secolo a.C., un quartiere abitativo nel quale è possibile leggere la sovrapposizione delle strutture romane su quelle brettìe ed un villaggio protostorico con capanne risalenti all’Età del bronzo (4.000 anni fa).
Non lontano dal parco si trova il Complesso di San Fantino, luogo di culto monastico del 1857 adibito attualmente a museo. Il complesso è costituito dalla chiesa ottocentesca, dai ruderi di una chiesa del 1552, da alcune tombe e dalla cripta di San Fantino, luogo di culto cristiano più antico della Calabria.
Testimonianze dell’epoca medievale sono anche le Grotte di Pignarelle, vicino al rione Impiombato, che formano un insediamento rupestre di origine monastica bizantina, realizzato dagli stessi monaci tra l’VI secolo e IVI II secolo, scavando nell’arenaria. Il complesso è formato da alcune grotte, delle quali la maggiore risulta avere una forma di basilica a tre navate con corridoi laterali che formano un incrocio a forma di croce greca, ed alcuni cunicoli.
Dello stesso periodo, databile quindi all’età imperiale, è anche la Necropoli di Scinà, composta da 64 tombe con corredi funerari aventi datazione del II secolo- III secolo e di epoca tardo antica o alto medievale. Nella necropoli furono rinvenuti oggetti ceramici e monete bronzee.
Testimonianza dell’età preistorica è invece la Grotta della Pietrosa, cavità formata da un unico grande ambiente ipogeo nel quale risulta una frequentazione umana fin dall’Età del Bronzo e del periodo elladico, come dimostrato dalle ceramiche in essa rinvenute.
Aree naturali
La principale area naturale è la Villa comunale Giuseppe Mazzini, parco pubblico del centro storico realizzato nel XIX secolo e rientrante nell'elenco dei Monumenti nazionali. A conferma di ciò, nel 1927, fu emanato un decreto di vincolo per le «scene panoramiche che da quel luogo si godono». All'interno la villa, dalla cui balconata sono ammirabili il mar Tirreno, lo Stretto di Messina, le Isole Eolie, Bagnara Calabra e Scilla, è composta da alberature di alto fusto, da vialetti in sampietrini, da una piccola fontana e da alcuni busti monumentali in marmo.
Altre aree naturali sono il "Parco della Civiltà Contadina", realizzato ad inizio anni novanta nel rione San Giorgio con l'installazione di numerose palme per una superficie di 14.000 m2, ed il "Parco Luigi Parpagliolo", nel centro storico e ristrutturato ed arredato nel 2012 con bar, campi da gioco ed alberature.
«Palmi ha un Dio dalla sua, il Monte Sant’Elia dalla cui cima folta di pini si gode uno dei panorami più affascinanti del mondo» (Leonida Repaci)
La città di Palmi è meta privilegiata di escursionismo o trekking. Nel territorio vi sono alcuni percorsi, sul Monte Sant'Elia e sulle falesie che degradano verso piccole spiagge. I percorsi del Sant'Elia, effettuati dagli escursionisti, sono principalmente due. Uno alle pendici della montagna, il "sentiero del Tracciolino", ed uno sulla cima della stessa. Il "sentiero del Tracciolino", il cui percorso è posto a mezza costa lungo il fianco nord-est del monte, è inserito all'interno dei percorsi naturalistici della Calabria, e costituisce col suo itinerario a picco sul mare della Costa Viola, un richiamo per i turisti.
Altri sentieri della città sono:
- il "sentiero di Rovaglioso", che conduce dal terrazzamento di Palmi Scalo fino alla piccola spiaggia di Rovaglioso, superando il dislivello tra le due zone tramite una serie di tornanti con pavimentazione in pietre e sterrato, immersi tra gli uliveti e le piante di fichi d'india. Premiata dal Blog 365 e da Legambiente come una delle 10 spiagge più belle d'Italia, la Caletta di Rovaglioso rappresenta un vero paradiso naturale. Percorrendo alcuni scalini ci si trova immersi in una natura incontaminata con un mare cristallino che contraddistingue tutta la Costa Viola. Per chi ama fare immersioni la Caletta di Rovaglioso è ideale per i suoi fondali e per la fauna marina. La Cala è conosciuta anche come Porto di Oreste per la leggenda, secondo la quale Oreste, perso il senno dopo il matricidio, lo riacquistò bagnandosi sette volte proprio in queste acque.
- la "via del sale", antico sentiero che conduceva dalla Marina di Palmi al rione Cittadella, con percorso di interesse naturalistico e storico immerso tra gli olivi, che consente di poter attraversare la "valle degli opifici" dove vi sono resti di antichi opifici dei secoli passati. Tra questi vi è un opificio del 1599, il più antico della Calabria.
Può essere invece considerato un "sentiero marino" il tratto di costa tra Palmi e Bagnara Calabra, raggiungibile solo via mare e meta di gite in barca. I paesaggi mostrano ancora la suggestione di quando furono descritti da Omero.
Tradizioni e folclore
La Varia di Palmi è una delle più importanti feste religiose della Calabria. Si svolge l’ultima domenica del mese di agosto con cadenza pluriennale in onore di Maria Santissima della Sacra Lettera, patrona e protettrice della città. L’evento viene annoverato dal 2013 tra i beni che rientrano nel Patrimonio orale e immateriale dell'umanità dell'Unesco di cui la Varia fa parte insieme ai Gigli di Nola, alla Macchina di Santa Rosa di Viterbo ed ai Candelieri di Sassari..
L’imponente manifestazione della Varia si svolge a Palmi, “città culturalmente vivace”, è una festa antica la cui tradizione risale al 1535. E’ un gigantesco carro scenico meccanico alto sedici metri, pesante venti tonnellate che si staglia maestoso sullo sfondo dello Stretto di Messina, catalizzando l’attenzione di un’intera popolazione e incarnandone la fede. Viene trascinato a spalla da oltre duecento “mbuttaturi” ed è collegato al culto della Madonna della Sacra Lettera in cima al quale una ragazza povera eletta dal popolo, “l’Animella”, raffigura la Madonna che ascende al cielo.
La “Varia” di Palmi ha carattere religioso - etnografico - folcloristico di enorme rilievo per i valori che promuove, e di notevole spessore per i significati simbolici; per la massa di persone che coinvolge, la originalità delle soluzioni tecniche, la spettacolarità scenografica. Tali elementi fanno della “Varia” una manifestazione che supera l’ambito locale per diventare la manifestazione simbolo dell’intera Regione Calabria e, oramai, ha raggiunto un impatto mediatico, anche sui circuiti internazionali, di notevole entità con un forte ritorno di immagine per Palmi e la Calabria, diventando, di fatto la festa più importante della Regione Calabria. Offre allo spettatore una carrellata di cerimonie scenografiche, feste religiose e tradizioni pagane e popolari, rievocazioni storiche, manifestazioni sacre e profane. Tutte manifestazioni in cui si fondono tradizioni popolari, usanze locali, folclore e fede religiosa la cui conoscenza si trasforma quindi in un grande patrimonio di cultura ed esperienza umana e sociale che diventa occasione per riflettere sulle radici della società contemporanea.
Già dal 2003, voluto fortemente dall’assessore Carmine Cogliandro, la Città di Palmi avviò in nome della Varia di Palmi, poi diventata anche bene immateriale dell’Unesco, uno scambio culturale con le Città di Gubbio nel nome dei Ceri, con Nola nel nome dei Gigli, con Viterbo nel nome della Macchina di Santa Rosa e con Sassari nel nome dei Candelieri. Furono elaborate tante tesi di laurea sulla Varia, una di queste fu redatta dalla giovane laureanda belga Anna Van Der Veken, venuta appositamente a Palmi dal Belgio con la famiglia dal titolo “La Varia di Palmi”.
La struttura portante è quella di un grande carro dalla forma piramidale, costruito utilizzando principalmente materiale ligneo e cartapesta lavorata con mica, una speciale e particolare roccia argentata e luccicante che si trova sulle montagne dell’Aspromonte.
L’intensa e sentita spiritualità, il significato religioso, tanta e tanta fede unita a un giusto folclore, la rendono estremamente emozionante e suggestiva. E’ una festa da non perdere per la sua emotività e il forte sentimento religioso. L’obiettivo è la Solidarietà e la Fede, e quindi la convivenza civile che ci appartiene, che possono essere raggiunti solo se tutti i cittadini di buona volontà tirano dalla stessa parte senza interessi. Solo così possiamo dire, sotto la protezione e la benedizione della Madonna della Sacra Lettera “Voliri Volari a Varia avi a scasari”.
La presenza di figuranti viventi conferisce unicità alla rappresentazione religiosa e nel contempo contribuisce a creare quel clima di attesa e pathos che contraddistingue l’intera durata della “processione”.
In cima all’imponente struttura troviamo l’Animella, una bambina palmese che ha il difficile compito di rappresentare la Madonna, figura carica di implicazioni religiose e antropologiche. La bambina siede in cima ad un’asta che rappresenta la parte culminante del carro. Sospesa a sedici metri di altezza sorride e continua a benedire la folla cittadina, sopportando gli scossoni e le aritmie del percorso. A sostenerla la mano del Padreterno, l’uomo che seduto poco più in basso la tiene salda, rassicurandola sia simbolicamente che concretamente con la sua presenza. Il popolo partecipa e ricambia emotivamente, seguendo le sorti dell’animella con accorato afflato.
Il carro è avvolto da una nuvola di carta argentata che maschera la struttura sottostante, sulla quale siedono circa trenta bambini e bambine che rappresentano gli angeli del Paradiso. Ai piedi del carro gli altri interpreti, gli apostoli. Più in basso si trovano i portatori, posizionati a piedi nudi lungo le cinque travi fissate alla base della struttura (cippu) che sorregge l’intera impalcatura. Dal dialetto ’mbuttare, spingere, prendono il nome di ’mbuttaturi e sono coloro i quali hanno l’importantissimo compito della scasata. Ognuno al suo posto, pronto a sopportare il sacrificio di una fatica immane tesa a riannodare i fili di un’intera comunità. Il trasporto è estremamente difficoltoso, ma finora il carro non si è mai fermato, rappresenterebbe una sconfitta per l’intera comunità. La struttura trasportata oggi fu elaborata da un valido artigiano palmese, Giuseppe Militano che lavorò per anni a un progetto e alla fine riuscì a creare la “Varia Meccanica”, struttura che dopo più di un secolo protegge una tradizione secolare e appartenente alla “Rete delle macchine a spalla italiane”.
Festività religiose
Di seguito viene proposto l’elenco completo delle festività religiose secolari svolte nel centro cittadino:
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Festa del Santissimo Crocifisso (XVII secolo),il 3 maggio;
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Festa di Sant’Antonio di Padova (XIX secolo), 13 giugno;
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Festa di Maria Santissima del Carmelo (XVII secolo),il 16 luglio;
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Festa di Maria Santissima del Soccorso (XVI secolo),il 5 agosto;
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Festa di San Rocco e “corteo degli spinati’ (XVI secolo),il 16 agosto;
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Festa di Maria Santissima della Lettera e della Varia di Palmi (XVI secolo),l’ultima domenica di agosto, a cadenza pluriennale;
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Festa di San Nicola, il 6 dicembre;
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Festa di Maria Santissima Immacolata (XVII secolo), l’8 dicembre.
Nelle frazioni invece sono celebrate le seguenti festività religiose:
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Festa di Sant’Elia (XIX secolo),il 20 luglio sull’omonimo monte;
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Festa di san Fantino (VI secolo, ma ripristinata nel XXI secolo), il 24 luglio a Taureana di Palmi con processione a cavallo con cavalieri in costumi d’epoca;
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Festa di Maria Santissima dell’Alto Mare (VI secolo), l’ultima domenica di luglio a Taureana di Palmi, con trasporto a mare dell’effigie della Vergine da Pietrenere fino allo Scoglio dell’ulivo;
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Festa di Maria Santissima della Montagna (XX secolo), il 2 settembre sul Monte Sant’Elia.
Tutte le feste religiose cittadine sono accompagnate al mattino dalla “sfilata dei Giganti”. I Giganti sono due alte figure di cartapesta che vengono portate a spalla per le strade e le piazze facendole roteare su sé stesse a simulazione di un ballo e al suono incalzante dei tamburi. Una rappresenta un guerriero saraceno di nome Grifone mentre l’altra una donna bianca di nome Mata. I Giganti di Palmi furono esposti nel 1987, su richiesta della Regione Calabria, al Museo di antropologia ed etnografia di Torino in rappresentanza della cultura e delle tradizioni della Calabria. Sempre la Regione, nel 2015, ha fatto sfilare i Giganti a Milano lungo i viali di Expo 2015, nella “settimana del protagonismo calabrese”. Nel corso degli anni i Giganti di Palmi hanno avuto modo di “danzare” anche in altre città, come ad esempio Foligno, Venezia ed ancora Milano (1990).
Infine, tra le tradizioni folcloristiche della città vi è la particolarità del giorno in cui viene festeggiato il carnevale. Difatti a Palmi il carnevale viene celebrato la domenica successiva al mercoledì delle Ceneri, in periodo quaresimale. L’evento, che prende il nome di “Ottava di Carnevale”, è tra l’altro il principale carnevale della città metropolitana di Reggio Calabria ed uno dei più importanti della regione. La festa, che risale al XIX secolo, probabilmente deve la sua particolarità alla scelta di attirare persone, e quindi di aumentare il commercio locale, in una domenica nella quale non era più celebrato, nei centri vicini, il carnevale. L’evento vede la partecipazione di carri mascherati provenienti da ogni parte della Calabria e dalla Sicilia.
Musei
Via F. Battaglia, 1
89015 Palmi (RC)
Tel. 0966/262250
La Casa della cultura di Palmi è un complesso che accoglie differenti sezioni museali, regalando tantissime possibilità di approfondimento culturale con uno sguardo particolare sulle tradizioni artigiane e sulla storia antica del territorio. La sua costruzione, iniziata nel 1968, si è conclusa solo nel 1982. E' intitolata e dedicata a Leonida Repaci, scrittore locale e fondatore del Premio Viareggio.
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Questa sezione intitolata al musicista compositore Francesco Cilea (Palmi 1886 - Varazze 1950), autore di opere liriche conosciuto in tutto il mondo, Gina (1889), Tilde (1892), Artesiana (1897), Adriana Lecovreur (1902), Gloria (1907), raccoglie spartiti, bozzetti di scena, manoscritti e documenti relativi all'attività del Maestro. Di particolare importanza l'epistolario che consta di circa cinquemila lettere. Doviziosa la documentazione fotografica, che segna le tappe dell'attività del Maestro. Ricca biblioteca musicale. Nella stessa sezione, uno spazio è riservato ad un altro importante musicista Nicola Antonio Manfroce (Palmi 1971 - Napoli 1813), precocemente scomparso dopo aver dato prova del suo grande talento con le opere Elzira ed Ecuba.
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Il Museo Calabrese di Etnografia e Folklore "R. Corso", ubicato al pian terreno della Casa della Cultura "Leonida Repaci" in Palmi (RC), è considerato uno dei principali musei etnoantropologici del meridione d'Italia. Il percorso espositivo della sezione Folklorica del Museo conduce il visitatore in un itinerario tipologico-tematico per un'esperienza museale incentrata principalmente sugli oggetti della tradizione popolare Calabrese. Il percorso museale si articola in diverse sezioni, dedicate al ciclo della vita, dell'anno, dell'arte popolare e dei pastori, della vita agricola e marina, della superstizione, della magia e della religiosità popolare. Si distinguono maschere apotropaiche, costumi tradizionali, attrezzi agricoli, una dettagliata collezione di Conocchie, una collezione di stampi per dolci, figure di pastori, presepi, ex voto in cera, immagini sacre, "cardi" e "corone di spine" usate dai "Vattienti" di Nocera Terinese (CZ) durante il rito di Sabato Santo, un grande telaio e una coppia di giganti: Mata e Grifone. Il percorso espositivo è inoltre supportato da pannelli didattici e apporto fotografico.
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L' Antiquarium è una vera e propria sezione archeologica che comprende numerosi reperti provenienti dall'area geografica dell'antica Taureana: ceramica antica, anfore, reperti di epoca greca e romana, reperti numismatici, molti dei quali provenienti da ricerche subacquee dal momento che il sito era ubicato lungo le rotte che attraversavano lo stretto di Messina. L' Antiquarium conserva inoltre un bellissimo busto dell'Imperatore romano Adriano (76 d.C. - 138 d.C.), risalente al II secolo dopo Cristo, rinvenuto nel 1891 tra i resti di un'antica villa, all'interno dell'odierno Parco Archeologico dei Taureani.
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Nella Gipsoteca sono esposte importanti testimonianze dell'attività del Maestro scultore Michele Guerrisi (Cittanova 1893 - Roma 1963). Si tratta dei calchi in gesso di opere (statue e ritratti) di ispirazione classica i cui originali in bronzo, fanno parte di patrimoni privati o di complessi monumentali che si trovano in Italia e all'estero. Tra le opere che l'artista ha lasciato a Palmi, sua città d'elezione, vi è anche una ricca collezione acquerelli donati dalla moglie Marta Rempte. Da segnalare, nella stessa sezione museale, opere degli scultori Nicola Gullì, Alessandro Monteleone, Vincenzo e Francesco Jerace e alcune tele di Antonio Cannata, Attilio Zagari e Giuseppe Palumbo.
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La Pinacoteca all'interno del centro conserva oltre 200 opere d'arte donate dallo scrittore Repaci alla Città di Palmi. Passeggiando per le sue sale siamo circondati da decine di capolavori e si può affermare che la collezione da vita ad una delle più importanti pinacoteche d'arte moderna e contemporanea dell'Italia del sud, facendoci conoscere alcuni dei più rilevanti artisti italiani attraverso sculture, dipinti, disegni. Modigliani e Manet, Guttuso, importantissimi dipinti del '600 e '700.
Località Taureana
89015 Palmi (RC)
Tel. 3405264480
Il Parco Archeologico dei Tauriani "Antonio De Salvo", con i suoi attuali tre ettari di estensione su circa dieci ettari stimati per la città romana, occupa la parte centrale di un pianoro dominante la costa tirrenica tra Capo Vaticano, lo Stretto di Messina e la vasta piane del Petrace, anuco Mètauros. Gli interventi, messi in atto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria a partire dal 1995, hanno portato alla luce resti di capanne dell'età del Bronzo risalenti a 4.000 anni fa e gli impianti urbani della città brettia e romana (IV secolo A.C. - IV secolo D.C.).
Si può ammirare l'esposizione di attrezzi impiegati in mestieri artigianali come fabbro, cestaio, calzolaio, falegname, bottaio, lattoniere o in altre attività contadine come la lavorazione dell'olio.
Si possono inoltre vedere ambienti ricostruiti della vita femminile e delle attività proprie della donna: un telaio ancora funzionante per la tessitura, gli attrezzi per la lavorazione del pane, ricami e pizzi, oggetti di uso quotidiano. Inoltre sono presenti alcuni reperti archeologici databili al IV - II secolo A.C. provenienti dagli scavi di Melia e dall'antica Mamertum, Oppido.