Comune di Ardore

Ardore (Ardùri in calabrese, Ardor, Άρδωρ in greco bizantino) è un comune italiano di 4785 abitanti della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Origini del nome

La provenienza del nome è tuttora incerta, le ipotesi più probabili tendono a farlo risalire dal latino “Ardor” o dal greco “Ardo” (bagnare, significato che troverebbe riscontro nell’essere il territorio bagnato dal Mare Jonio). Secondo un’altra ipotesi il nome avrebbe origine greco-bizantina.
Quest’ultima congettura sarebbe confortata dal fatto che il paese ebbe origine verso il mille come Gerace di cui Ardore nei primi tempi era un villaggio. L’origine del popolo ardorese, sarebbe, al pari del geracese, non greca, ma italo bizantina.
La leggenda dice che in origine il paese sorgeva sul Lago Odore ai piedi del vulcano Tre Pizzi e dal lago aveva preso il nome.

Informazioni:

Sito istituzionale:

www.comune.ardore.rc.it

Il Territorio

A meno di cento chilometri da Reggio Calabria e a tre chilometri dal parco archeologico di Locri Epizefiri, si trova la cittadina di Ardore. Tra le due fiumare Condojanni e Pintammati e le prime alture dell’Aspromonte, affacciata sul Mar Ionio in un panorama mozzafiato tra Punta Stilo e Capo Bruzzano. Meta turistica in forte crescita per le splendide acque delle sue coste, è una cittadina anche ricca di storia.
Ardore è un rettangolo di territorio di 30,36 kmq che, partendo dalle alture pre-aspromontane di San Biase, Canolo, Varraro (570 m sul livello del mare), degrada fino ai 250 metri di altezza del suo suggestivo Centro Storico di impianto medioevale e, quindi, dopo una discesa di 5 Km, giunge alla popolosa frazione Marina, lambendo il mare col suo ampio e sabbioso litorale.

Il comune si compone di due nuclei ben distinti:
• Ardore Marina, nucleo moderno, è attraversato dalla SS 106 Ionica e si sviluppa lungo la costa ionica reggina a ridosso di una spiaggia con un ampio arenile, molto frequentata nei mesi estivi;
• Ardore Superiore (Centro), nucleo più antico, che è posto su un rilievo a circa sei chilometri da Ardore Marina.
Del comune fanno parte anche le frazioni di Bombile, di Potito, di San Nicola dei Canali (nella parte più interna del territorio) e di Schiavo.

La Storia

l territorio di Ardore si trova a meno di tre chilometri a Sud-Ovest dagli scavi archeologici di Locri Epizefiri, ed ha con questa città magnogreca radici e storia comuni. È certo che fu abitato da popolazioni preelleniche (tribù di Itali o Siculi). Ciò è dimostrato da alcune grotte esistenti sulle colline e vicino alle sponde dei torrenti più grandi, come il Pintammati, il Salice e il Condojanni, dai numerosi massi megalitici presenti nelle località Salice, Torretta, Giudeo, dai frequenti ritrovamenti di cocci fittili di varie epoche, che si rinvengono un po’ dappertutto, specie in prossimità del Dromo, l’antica strada greca. La presenza di queste antichissime popolazioni nel territorio viene confermata dal ritrovamento sull’argine del torrente Pintammati di asce o scuri di pietra, che per la loro modellatura rimandano al neolitico. La colonizzazione greca (VII sec. a.C.) ha lasciato le sue inconfondibili tracce nell’onomastica, nella toponomastica e nel dialetto, i cui vocaboli sono in buona parte di derivazione greca (anche se, forse più propriamente, di epoca bizantina). Non mancano ritrovamenti occasionali di tombe con corredo funebre fittile, trovate dai contadini durante l’aratura dei campi. I resti di un tempietto greco-romano in contrada Salice, costituiti da uno spezzone di colonna scanalata e due grossi massi squadrati, che rischiavano di essere trascinati via dal torrente, sono stati portati in Ardore Centro a cura dell’amministrazione comunale. I Romani, dopo la conquista del Bruzio (247 A.C.), crearono numerose tenute agricole nelle immediate vicinanze delle repubbliche Magnogreche, per diminuire il prestigio e l’importanza di quelle nobili Città-Stato e premiare, nello stesso tempo, vecchi e valorosi legionari, ai quali venivano offerti vasti appezzamenti di terra. Nacque certamente così Ardore, o meglio cominciò a denominarsi Ardore, questo territorio, divenuto un “praedium rusticum” e poi un “pagus” o “vicus” romano.La parte più antica dell’attuale comune sorge invece su di un colle, che si eleva, in tre piani, a metri 244, metri 267 e metri 290 sul livello del mare, a tre chilometri circa dalla linea del Dromo, lungo il quale risultano collocati, sul lato mare più che sul lato monte, i primi insediamenti romani di Ardore. Ma poiché la costruzione del paese fu decisa, per la sua simmetria, sulla base di un preciso progetto in un tracciato ben delineato, con molta probabilità venne deciso l’esodo verso il colle, quando cominciarono le prime devastazioni di questi centri abitati dovute, prima, alla Seconda guerra Punica che vide scontrarsi Cartaginesi e Romani poi alla Guerra Civile e Sociale. Si volle probabilmente creare, in luogo elevato, un “praesidium” al centro di un vasto latifondo, comprendente all’incirca tutto l’attuale territorio comunale. Infatti l’abitato di Ardore possiede tutte le caratteristiche del “pagus munitus” (villaggio fortificato) romano.
Durante l’epoca bizantina Ardore passò sotto il dominio feudale di Gerace e iniziò così un periodo di decadenza durato fino al 1546 quando Ardore iniziò una nuova vita autonoma come piccolo stato feudale che durò fino al 1806 con l’occupazione del Regno di Napoli.
Nacque dopo Giuseppe Bonaparte, nel 1809, il comune di Ardore, che assume uno stemma, tratto da quello dei suoi ultimi feudatari, i Principi Milano Franco D’Aragona, nel quale emerge un’aquila, divorata dal fuoco, ma con un ramoscello d’ulivo nel rostro; e tra gli artigli – sullo stemma – si legge “ARDOR ET ODOR” a ricordo dello sterminio dell’antico Odore e della scomparsa dell’omonimo lago.
L’ottobre 1847 rappresentò per Ardore una triste data, in quanto vide immolarsi per un ideale di una Italia Unita due dei Cinque Martiri di Gerace, Gaetano Ruffo (1822-1847) e Michele Bello (1822-1847) che ebbero i natali ad Ardore.
In seguito alla Spedizione dei Mille il Comune di Ardore entrò nel Regno d’Italia ed il primo sindaco fu Pasquale Rianò.
Ardore Marina sorse nella seconda metà del secolo scorso, in concomitanza con l’inizio dei lavori per la costruzione della ferrovia sul litorale Jonico. In breve tempo divenne l’agglomerato urbano più popoloso e più attivo per iniziative commerciali tanto da superare quello del paese antico al quale resta il Centro Storico.
Fin dai primi anni del XX secolo cominciò il fenomeno dell’emigrazione, che portò moltissimi ardoresi a trasferirsi nelle città più industrializzate del Nord-Italia o in paesi stranieri. In molti di questi esistono associazioni di emigrati tra le quali spicca l’Associazione Ardoresi di Montrèal in Canada.

Arte e cultura

Monumenti e luoghi d'interesse

Il borgo antico di Ardore, raccolto su una collinetta tra due valloni, offre al turista notevoli vestigia del suo passato, non solo attraverso l'imponente castello e la Porta Maggiore (XVII secolo), la splendida piazza Umberto I che ha una “rosa dei venti” disegnata nella pavimentazione e alcuni palazzi nobiliari. Tra le stradine, interrotte da lamie e scalinate, s’incontrano le chiese di San Rocco e di Santa Lucia. Più giù la porta del "Dongione”, la prima del paesino fortificato, che ripara il sarcofago del duca Gambacorta. Notevoli ritrovamenti archeologici, costituiscono l'attrattiva del paese e attestano senza ombra di dubbio l'antichità dell'abitato. In diversi punti del territorio furono rinvenute, in occasione di lavori campestri, monete antiche, e segnatamente molte monete locresi con l'effigie di Giove, di Minerva, di Proserpina, dei Dioscuri. Oltre a queste si rinvennero parecchie monete sicule, specie siracusane. Fra i reperti rinvenuti nella zona ricordiamo un interessante sarcofago, attualmente conservato nel Museo Nazionale di Reggio Calabria.