Cittanova è un comune italiano dì 9856 abitanti della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Posto alle pendici dell’ Aspromonte e prospiciente la Piana di Gioia Tauro, è caratterizzato dalla presenza di numerose chiese e palazzi ottocenteschi e da un parco pubblico che si estende per 2,65 ettari.
Informazioni:
Sito istituzionale:
www.comune.cittanova.rc.it
Territorio
La cittadina si trova ai piedi dell’Aspromonte, su terreni quaternari alluvionali, costituiti da sabbie e ghiaie incoerenti che coprono gli ampi terrazzi digradanti verso il Golfo di Gioia. Cittanova domina la piana di Gioia Tauro dalla terrazza più alta, quella confinante col massiccio delle Serre, quasi a contatto tra le due formazioni litologiche: alluvionale e cristallina.
Questa conformazione geologica favorisce la propagazione dei sismi, in quanto l’incoerenza della coltre alluvionale viene aumentata durante i terremoti dalla formazione cristallina contigua e sottostante. Il territorio di Cittanova è attraversato dall’omonima faglia che fa parte del sistema di faglie Serre-Aspromonte, lunga 30 chilometri e tuttora attiva.
L’altitudine riferita al municipio è di 400 m s.l.m. nel territorio comunale l’altitudine minima arriva a 77 m s.l.m. mentre quella massima tocca i 996 m s.l.m. La superficie è di 61,98 km2 (il 65% circa in territorio pianeggiante coltivato a ulivi e il 35% in territorio montuoso boschivo e di pascoli naturali), la distanza dal capoluogo è di 75 km.
La Storia
Per convenzione storica, la nascita di questa cittadina è collocata al 12 agosto 1618, data d’emanazione del bando di edificazione del “Nuovo Casale di Cortoladi“, ad opera del primo principe di Gerace, Girolamo Grimaldi.
Il “Nuovo Casale di Cortoladi“, in seguito denominato col più semplice “Casalnuovo“, nelle intenzioni del feudatario doveva raccogliere le popolazioni dei villaggi dei suoi latifondi, precedentemente presenti nei dintorni ma spopolali dai terremoti e dalle epidemie avvenuti nel 1616 e sarebbe servito anche a controllare agevolmente l’importante via che univa iI Tirreno allo Ionio tramite il Passo del Mercante. Per questi motivi, venne scelto come luogo di edificazione un punto nei pressi di Cortoladi, villaggio distrutto completamente dalle scosse telluriche del 1616 e che sorgeva vicino a Radicena.
Affinché potesse edificare il nuovo casale, il Grimaldi aveva però bisogno dell’assenso del sovrano Filippo III di Spagna, ottenuto proprio in conseguenza dei sismi; l’edificazione di Casalnuovo cominciò subito dopo e il principe vi fondò il suo palazzo di residenza, facendolo quindi diventare punto di riferimento per i suoi feudi ed accrescendone fin dagli Inizi l’importanza. Il casale, per questo motivo e grazie anche alle notevoli immunità stabilite nel bando, si sviluppò abbastanza velocemente ed ancor più dopo il terremoto del 27-28 marzo 1638 furono costruite case molto basse (per paura di eventuali sismi futuri) e numerose chiese e conventi. La popolazione continuò ad aumentare: nel 1669 contava già 128 nuclei familiari, arrivando a 638 nel 1732. All’inizio del 1783 Casalnuovo contava 5.590 abitanti.
Il 5 febbraio 1783 un sisma di incredibile potenza, denominato il Flagello, distrusse completamente il paese causando 2.017 vittime (tra cui la feudataria Maria Teresa Grimaldi).
Casalnuovo venne comunque ricostruito sullo stesso sito e ricominciò ad espandersi, tanto che nel 1807 i francesi disposero che divenisse capoluogo di governo con giurisdizione su Radìcena, Jatrinoli, Vatoni, Gioia e San Martino.
Il 1° gennaio 1842 il Circondario di Casalnuovo fu diviso in due circondari distinti: l’uno formato da Casalnuovo, l’altro composto dal comune di Radicena, dal comune di latrinoli e dai villaggi di San Martino e Terranova.
Il 1° aprile 1842 con decreto N° 129 di Ferdinando II di Borbone, su istanza del decurionato, il consiglio comunale dell’epoca, assunse il nome di Cittanuova, in seguito semplificato in Cittanova. Negli anni immediatamente precedenti lo scoppio della seconda guerra mondiale, Cittanova coi suoi 16.000 abitanti era il terzo comune della provincia. La sua economia non si basava esclusivamente sull’olivicoltura ma anche sull’artigianato di pregio che, prima del conflitto, aveva buone prospettive di crescita.
Arte e cultura
Musei
Inaugurato nel 1996, il Museo espone circa 2.000 reperti divisi in 6 sezioni:
Petografia e Mineralogia;
Paleontologia;
Zoologia dei vertebrati;
Zoologia degli invertebrati;
Botanica;
Micologia.
Il Museo ospita: una collezione di circa 1000 esemplari di vertebrati endemici dell'Italia Meridionale e di vari paesi europei ed extraeuropei e più di 600 esemplari di organismi animali e vegetali, europei ed extraeuropei; circa 300 tra rocce magmatiche, metamorfiche e sedimentarie provenienti dalla Calabria (in particolare dal massiccio dell'Aspromonte) e dalla Sicilia ed infine numerosi esemplari di licheni, muschi, felci, gimnosperme ed angiosperme.
Il Museo è ospitato in un immobile di proprietà comunale di via Regina Elena, recentemente ristrutturato ed occupa una superficie di circa 500 mq.
Inaugurato nel 2013, la struttura ospita le varette del venerdì santo: sculture in legno di tiglio scolpite nel'800 dagli artisti Vincenzo e Francesco Biangardi. Oltre alle varette, il museo espone la statua del Cristo Risorto opera dell'artista Domenico De Lorenzo e la Maria Addolorata. Ogni gruppo scultoreo è introdotto da un pannello storico esplicativo.
Architetture religiose
La chiesa matrice di Cittanova, dedicata a San Girolamo, fu costruita pochi anni dopo il sisma del 1783. L’opera venne portata avanti da Maria Antonia Grimaldi Serra, figlia della principessa di Gerace Maria Teresa Grimaldi, morta a causa del terremoto, le cui spoglie - traslate dal diroccato convento dei padri alcantarini nel 1793 - riposano nella Cappella dell'Immacolata, all'interno della chiesa stessa.
La chiesa ha un'architettura ottocentesca, dalle forme pseudo-barocche. In origine era a navata unica, in seguito vennero aggiunte due navate laterali e rifatto l'Interno in stile neoclassico.
Opere di rilievo:
- Crocifìsso ligneo del 1600;
- Pietà lignea del 1866 opera di Francesco Biangardi;
- Statua dell'Immacolata del 1800;
- Statua lignea settecentesca dì San Girolamo opera di Domenico De Lorenzo;
- Statua lìgnea settecentesca del Cristo Risorto opera di Domenico De Lorenzo;
- Varette (29 statue lignee, periodo: 1821-1893) opera dì Francesco e Vincenzo Biangardi;
- Statua della Vergine opera di Michele Guerrisi.
Edificato nel 1823, sul luogo dove sorgeva una chiesa distrutta dal Flagello. Ad una navata, in stile barocco, l'interno ospita affreschi, stucchi, angeli e statue di gesso La chiesa è sottoposta a tutela monumentale (legge 906.1939). Nel 1999 è stata elevata a santuario.
Opere di rilievo:
- Statua lignea della Madonna del Rosario, attribuita da alcuni studiosi a Domenico De Lorenzo mentre altri la attribuiscono allo scultore Fortunato Morano;
- Trinità che incorona la Vergine: statue lignee realizzate a Napoli nel 1830
A navata unica e tra le più grandi della provincia di Reggio Calabria, la chiesa venne costruita sul sito dove sorgeva precedentemente il Convento degli Alcanterini edificato nel 1728. Il terremoto del 1783 distrusse completamente il complesso monastico, si salvarono solo le statue di San Rocco e San Pasquale, un calice di argento cesellato ed una colonna di pietra sormontata da una croce in ferro. La ricostruzione fu intrapresa a partire dal 1835, su progetto dell'architetto Vincenzo Tarsitanl, e la chiesa di San Rocco venne completata nei primi anni del XX secolo grazie all’impegno del sacerdote Giacomo Petropaolo.
Opere di rilievo:
- Statua lignea di San Rocco del XVIII secolo;
- Statua lignea di San Pasquale del XVIII secolo;
- Organo a canne del 1919 costruito dalla ditta Busetti di Torino (recentemente restaurato).
Costruita al posto di un frantoio nel 1887. La chiesa è a tre navate, e custodisce diverse statue lignee e dipinti.
Opere di rilievo:
- Dipinto dell’Addolorata del 1500;
- Due Dipinti della Madonna col Bambino del 1500.
Edificata a metà 1800 dal notaio Tommaso Marvasi sui resti di una cappelletta distrutta dal terremoto, e restaurata dai suoi discendenti in epoche successive, la chiesa dedicata ai SS. Cosma e Damiano ospita statue lignee di scuola napoletana e tele del XVI - XVII secolo.
Opere di rilievo:
- Dipinto della Madonna delle Grazie del 1600, già presente nell’antica cappella;
- Statue in legno di S. Alfonso Maria De Liguori, Sant’Eligio e Santi Cosma e Damiano.
Anche questo edificio fu edificato su una chiesetta preesistente distrutta dal terremoto del 1783. Nel 1865, in seguito ad una sottoscrizione tra gli artigiani ed i falegnami del paese, fu eretta una cappella dedicata a San Giuseppe, nel 1948 venne aggiunto l'altare in marmo.
Opere di rilievo:
- Trittico in legno, circa 1850, opera del Biangardi;
- Statua lignea di San Francesco di Paola.
La più antica del paese, gli storici ritengono che sul sito vi fosse precedentemente una chiesa bizantina intitolata a Santa Maria del Campo. La struttura originaria fu costruita ad opera degli abitanti di San Giorgio Morgeto col nome di Santa Maria di Campoforano e dedicata all'Assunta In seguito all'epidemia di colera che colpì la Piana a metà Ottocento, la vecchia chiesa fu ricostruita ed ampliata, a cura dell'arciprete Domenico Luzio, come ringraziamento a Maria nel 1854, e dedicata alla Madonna della Catena. Tuttavia l’antico nome non venne dimenticato, cosi come la venerazione per l'Assunta, celebrata tutt'oggi con processioni e preghiere.
Opere di rilievo:
- Statua lignea dell'Assunta.
Edificata nel 1912, all’interno ospita due statue in cartone romano che vengono utilizzate nell'allestimento del “simburcu" (sepolcro), durante i riti di Pasqua.
Opere di rilievo:
- Statua dell'Addolorata ai piedi della Croce in cartone romano;
- Statua dì Gesù Morto in cartone romano.
Riedificata nel 1746 sui resti della chiesa omonima risalente al XVII secolo, questo piccolo luogo di culto si trova in contrada Malizia, fuori dal centro abitato.
Opere di rilievo:
- Pala d'altare in olio su lamiera della Madonna delle Grazie, opera del pittore messinese Bonaccorsi (1901).
Restaurata nel 1974, questa caratteristica chiesetta, Interamente rivestita in pietra, è sita in via San Pasquale. All'Interno è posto un monumentale Crocifisso bronzeo già venerato nel Convento di San Pasquale (o degli Alcanterini) del 1728.
Architetture civili
Presenti nel centro storico della cittadina, i palazzi furono costruiti tra il 1700 ed II 1800; una delle loro caratteristiche peculiari sono i portali in granito e arenaria, abbelliti da gattoni e balconi lavorati da scalpellini dell'epoca.
Edificati principalmente intorno alla Chiesa Matrice ed alla Chiesa del Rosario, molti palazzi sono tuttora abitati e ben conservati mentre altri versano in totale abbandono. Tra I più importanti:
- Palazzo Calfapietra, costruito nel 1762.
- Palazzo Germanò, prima metà del XIX secolo.
- Palazzo Adornato, costruito nel XVIII secolo e ristrutturato nel 1804, fu nell’ordine: Convento, Municipio e Pretura. L’edificio ospitò anche un trappeto a trazione animale.
- Palazzo Cavaliere, prima metà dell'Ottocento.
- Palazzo Tarsitani, ricostruito ai primi dell'Ottocento, venne negli anni ampliato e rimaneggiato, qui nacque Domenico Tarsitani.
- Palazzo Muratori, costruito nel 1750, danneggiato dall'evento del 1783, fu subito riedificato.
- Palazzo Cannatà, attuale sede municipale, fu edificato nella prima metà dell'Ottocento. In passato fu adibito a Carcere Mandamentale e a Sede dell'Ufficio di Conciliazione.
Una particolarità di Cittanova sono le fontane monumentali, presenti sin dalle origini della cittadina. Nel corso degli anni hanno subito vari spostamenti rispetto ai luoghi originari di costruzione. Tra le più importanti, c'è "Fontana dell'Olmo" sita in piazza Cavaliere (già largo Olmo) costruito nel 1730. In origine era situata davanti alla Chiesa Madre dell'antico Casalnuovo. Rimasta integra dopo il terremoto del 1783, fu spostata nei Giardini Pubblici e nel 1932 trasferita nella collocazione attuale. Sulla fontana vennero incise le date dei trasferimenti. Altre fontane degne di nota: "Fontana di Pietra", "Fontana Masotta" e le vasche che ornano la Villa Comunale.
All'interno della villa comunale, è possibile ammirare il Monumento ai caduti della I guerra mondiale, statua di gusto prettamente ottocentesco opera dello scultore Michele Guerrisi.
Aree naturali
La particolare collocazione della cittadina, ai piedi dell’Aspromonte e tra due fiumare (Vacale e Serra), permette di visitare molti luoghi naturali, meta di turisti e amanti del trekking.
Villa Comunale Carlo Ruggiero
La Villa Comunale “Carlo Ruggiero” di Cittanova è un “Monumento Nazionale d’interesse storico- naturalistico” riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Questo patrimonio botanico racchiude numerose specie vegetali di tutto rispetto. La peculiarità del giardino è la presenza di specie che hanno ambienti di origine del tutto differenti ma che qui, ai piedi dell’Aspromonte sono riusciti a raggiungere una veneranda età ed a coesistere in un armonico e mirabile fitoequilibrio. Tra le specie più importanti annoveriamo la Sequoia sempervirens il Cedrus libani e il Gingko biloba.
La villa si estende su 26515 m² ed è divisa in due parti:
– I quattro giardini comunali in stile inglese di forma triangolare divisi da due viali che si incrociano a formare una “x”, all’incrocio dei viali si trova una fontana monumentale costruita in occasione dell’inaugurazione dell’acquedotto comunale;
– La villa propriamente detta, in stile italiano, delimitata su tre lati da esemplari di leccio a cui si accede da due cancelli in ferro battuto, sul primo ingresso vi è il busto di Carlo Ruggiero opera dello scultore cittanovese Girolamo Scionti con davanti una siepe di bosso che forma la cifra 1880 (anno di fondazione), sul secondo ingresso il monumento ai caduti opera di Michele Guerrisi ed una fontana ornamentale con giochi d’acqua.
All’interno sono presenti:
– La fontana dei marmi costruita con i resti del convento degli Alcantarini, distrutto dal sisma del 1783, opera anch’essa di Girolamo Scionti;
– Il monumento in onore di Alberto Cavaliere opera del figlio Alik.
Nel 2008 è stato istituito un Giardino dei Giusti.
Progettata dall’ingegnere ed agronomo svizzero Heinrich Fehr (Niederweningen ZH 1831, Messina 1887), su richiesta e costruita a proprie spese (il costo fu di trentamila lire dell’epoca) da Carlo Ruggiero, fu donata, durante il suo mandato di sindaco (1880-1885), al comune con delibera del 29 marzo 1880, nel cui atto si legge: «essendosi dall’attuale sindaco signor Carlo Ruggiero, promossa e completata a proprie spese, nel giardino di questo paese, una bella villa, per pubblico comodo ed ornamento». Il progetto fu dell’ingegnere di origine svizzera Enrico Fehr, anche progettista della villa Mazzini di Messina, di quella di Palmi e numerose altre ville in Calabria e Sicilia.
La villa fu intitolata a Carlo Ruggiero con deliberazione del Consiglio comunale n. 170 del 19 luglio 1973.
La Villa Comunale ospita, nel mese di giugno, la fiera botanica “Cittanova Floreale”.
Vacale
Il torrente Vacale in estate è una delle mete preferite dalle famiglie, ricco di vegetazione e di piccole cascate, le caratteristiche “gurne” (piscine) sono l’ideale per fare il bagno. In passato si usava fare il bucato tra le sue sponde col sapone fatto in casa, tradizione tuttora in uso. Gli escursionisti hanno la possibilità di risalire il letto della fiumara fino alla parte montuosa, tra ontani e querce da sughero. In alcuni punti è possibile visitare antichi frantoi in disuso.
Villaggio Zomaro
Popolato quasi esclusivamente in estate, il villaggio è circondato da boschi e sentieri naturali.
Luoghi da visitare: “Casa del Principe”, posta tra tassi ed abeti, la spianata di “Santu Trabuss”, il laghetto a Crocco.
Percorsi escursionistici: Sentiero Italia e Sentiero del brigante.
Vi è inoltre un sentiero che parte dal Passo del Mercante e arriva al villaggio, il percorso è di media difficoltà e si articola in un contesto storico – naturalistico – archeologico, caratterizzato dalla presenza di resti archeologici risalenti, secondo alcuni storici locali, alle vicende del 70 – 72 a.C. che videro coinvolte le truppe di Marco Licinio Crasso e l’esercito di schiavi guidati da Spartaco.
Eventi
- “Cittanova Floreale” (Fiera Botanica)
- “Tradizionandu – Etnofest”
- “Festa Nazionale dello Stocco”
Tradizioni e folclore
Riti Pasquali
La sera del Giovedi santo, i fedeli mantengono viva la tradizionale “Visita ai simburchi” (v. ai sepolcri). All’interno delle chiese vengono allestiti degli altari con pane azimo, spighe di grano, pane e vino. Nella chiesa del Calvario, addobbata a lutto, viene posto “u simburcu”, con la statua del Cristo morto. Durante la serata, i fedeli che seguono questa tradizione visitano tutte le chiese cittadine. L’alba del Venerdì santo comincia con la “processione della Croce”, poche ore dopo, la “processione dei Misteri” parte dalla Chiesa Matrice e arriva alla Chiesa del Calvario. I Misteri vengono usati per rappresentare la Via Crucis e sono costituiti da statue lignee ottocentesche, portate a spalla. Vengono esposte solo il giovedì ed il venerdì santo; al gruppo di Varette opera del Biangardi, viene aggiunta la statua del Cristo Morto di autore sconosciuto. Il venerdì santo si chiude con la “menza missa”, una cerimonia in cui viene deposto dalla Croce il Corpo del Cristo Morto e consegnato alla Madre Addolorata. La mattina di Pasqua ha luogo uno degli eventi più sentiti dai fedeli, la tradizionale “Affruntata”. La rappresentazione avviene tra la Chiesa Matrice e la Chiesa del Rosario e consiste nella simulazione, con statue portate a spalla, degli incontri tra San Giovanni, la Madonna ed il Cristo Risorto.
Festa di San Rocco
La terza settimana di settembre, la Chiesa dedica tre giorni di ricorrenze religiose in onore del Santo. La sera del primo giorno di novena viene acceso un grande falò (luminariu), che per tradizione serve da rito purificatore contro la peste. In passato le donne si riunivano la sera per cantare antiche cantilene sulla vita di San Rocco e ai balconi venivano appese delle lampade di carta colorata.
Visita alla Madonna della Grotta
Un tradizionale pellegrinaggio a piedi, tra fiumare e sentieri di montagna, viene intrapreso dai fedeli la notte del 30 aprile. La meta è il Santuario della Madonna della Grotta di Bombile di Ardore. Il culto di questa statua risale al 1500 ed è vivo in tutta la provincia di Reggio Calabria; durante i giorni di pellegrinaggio i fedeli di solito bivaccavano all’aperto, tra bancarelle e chiassosi suonatori di tarantella. Il 28 maggio 2004 una frana ha completamente distrutto il Santuario, risparmiando la statua, recuperata nel 2007 e trasferita nella chiesa Parrocchiale dello Spirito Santo di Bombile.