Pazzano (Pazzanu in calabrese) è un comune italiano di 504 abitanti della Città Metropolitana di Reggio Calabria. E’, per numero di abitanti, il paese più piccolo della Vallata dello Stilaro. Nel periodo borbonico fu importante per essere il principale centro minerario di estrazione del ferro di tutto il Mezzogiorno.
Origini Del Nome
Sul nome della località ci sono tre ipotesi: la derivazione da un radicale passus, cioè valico; quella che si rifà al nome francese di platea (plateau = ripiano in zona montuosa) ed infine la derivazione dal nome spagnolo di plata, per cui il nome Pazzano starebbe ad indicare una terra metallifera.
Informazioni:
Sito istituzionale:
www.comune.pazzano.rc.it
Territorio
Ha una superficie di 15,48 Km2 con una densità di 46,3 abitanti/Km2 . Si trova nella Vallata dello Stilaro tra il Monte Consolino e Monte Stella (il quale rientra nel territorio comunale) a un’altezza di 460 m s.l.m. L’escursione altimetrica e’ di 876 m. con una minima di 216 m. e una massima di 1092 m. La zona è classificata ad alta sismicità.
La Storia
La storia di Pazzano inizia in epoca molto antica ed è legata allo sfruttamento delle sue risorse minerarie. E’ noto che in epoca romana venivano inviati qui i condannati per lavorare nelle ricche miniere di pirite e limonite di cui il territorio era caratterizzato. Tuttavia già in epoca greca queste risorse dovevano venir sfruttate. Tracce di questo passato (monete risalenti al IV secolo a.C.) sono state rinvenute negli anni ’50, in località Praca. La forte identità mineraria si consolida nel corso del tempo come raccontano le testimonianze di epoca normanna dell’XI secolo riguardanti la nascita di un vivace insediamento di minatori. Dal XIII secolo, in seguito alla promulgazione delle Costituzioni di Melfi, Pazzano viene inglobata da un punto di vista amministrativo dal Giustizierato di Calabria Ulteriore. Tre anni prima di diventare demanio regio, nel 1524, le miniere di Pazzano vennero donate da Carlo V a Cesare Fieramosca, fratello del più celebre Ettore, quale segno di gratitudine per i servizi prestati. L’attività di estrazione all’interno delle miniere caratterizza il XIX secolo grazie anche allo sviluppo dell’area siderurgica di Mongiana. Diventa Comune autonomo nel 1811 e, nel 1816, inserito nella nuova provincia di Reggio Calabria. La nascita del nuovo governo d’Italia e il crollo della dinastia dei Borbone segna il tramonto dell’attività estrattiva che aveva eletto Pazzano a centro minerario tra i più importanti del Sud, favorendo, contemporaneamente, un forte processo di spopolamento del paese.
Arte e cultura
Monumenti e Luoghi d’interesse
Architetture religiose
Di recente è stato rilevato durante un lavoro di riqualificazione ambientale, che sotto al suolo della Cappella dei minatori è situata un'altra chiesa di origine bizantina ancora più antica della famosa Cattolica di Stilo. Il nome secondo un atto dal 1115 sarebbe Agios Salbavr ovvero Chiesa del Divino Salvatore, viene anche citato nel Syllabus.
Nel 1325 sarebbe stata aperta al culto, nel libro Rationes Decimarum Italie nei sec. XIII - XIV (nelle Collettorie dell'Archivio segreto vaticano) si cita che il parroco Leo di Panzano (clericorum Stili) pagasse 2 tarì di decima alla Diocesi di Calabria.
Antica cappella in località San Rocco, forse di origine bizantina, dal 1600 dedicata al culto di San Rocco, ora in grave stato di abbandono, con crepe a rischio crollo. Nel 2007 è caduto su di essa un traliccio. All'interno è presente quel che resta di un affresco del 1692.
In Località "Carcareda" (chiamata così per la presenza in passato di una piccola cava ci calcare) è presente, lungo la strada provinciale 98 una grotta scavata in un banco di arenariacon all'interno un affresco della Madonna del Carmelo con in braccio Gesù Bambino denominata comunemente "A Madonna da Carcareda". Attualmente lo stato di conservazione dell'affresco risulta danneggiato con cadute dell'intonaco e del colore. Nel 2016 è stato rimosso un pannello di truciolato su cui era dipinta una Madonna e sostituito con un plexiglass trasparente a protezione dell'affresco. Recentemente è stato rimosso un pannello di truciolato recante dipinta una madonna, sostituito poi da un pezzo di plexiglass trasparente.
È una chiesa del Seicento di Pazzano. Fu ricostruita dopo il terremoto del 1783, e venne consacrata l'8 agosto del 1914 dal vescovo Eugenio Tosi.
Vi si trovano pregevoli statue lignee di artisti serresi, tra cui Vincenzo Scrivo che ha fatto la statua della Madonna Assunta, di San Giuseppe e del Santo Salvatore; nonché una tela del Diciannovesimo secolo del Frangipane e 4 tele di inizio Ventesimo secolo raffiguranti gli Evangelisti.
Sono custodite anche le statue della Madonna Annunciata e di San Francesco.
Architetture civili
Nata nel XVIII secolo come Fontana per dissetare i minatori che tornavano dal lavoro, utilizzata dai contadini per dissetarsi, di ritorno dal pesante lavoro nelle contrade di campagna di Pazzano, ora con le sue sei bocche è diventato il simbolo di Pazzano.
La Fontana è il punto di partenza di una ripida stradina di montagna che si inerpica lungo il fianco del Cocumella fino a giungere quasi all’ingresso del Santuario di Monte Stella e che viene percorsa il 15 agosto di ogni anno nel pellegrinaggio celebrativo in onore della Vergine.
A Pazzano vi erano 25 miniere per l'estrazione del ferro, oramai chiuse, alcune delle quali preservate dal Comune in collaborazione con l'Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria per il loro valore nell'archeologia industriale calabrese.
Mulino del XVIII secolo, sito in località "Vrisi", raggiungibile dal sentiero naturalistico e turistico di Monte Stella che parte nei pressi della Fontana Vecchia.
Eremo di Santa Maria della Stella
A 5 km a nord di Pazzano, percorrendo la strada provinciale n. 9, si giunge al bivio che porta all’Eremo di Monte Stella, a quota 682. mt in alto sulle pendici del Monte Stella .
Vi si sale per una caratteristica strada da dove si può godere un bel panorama che, nelle giornate più limpide, si allarga fino a Capo Rizzuto ed a Roccella Ionica.
Il monte Stella fu interessato dalla presenza monastica italo-greca che accadde prima dell’anno 1000 con la venuta in Calabria, da oriente, di monaci sfuggiti alle persecuzioni arabe, per i quali è diventato rifugio. Affreschi presenti nella grotta testimonierebbero comunque la presenza di eremiti fin dal VIII secolo. Fino al XVII secolo Monte Stella fu un romitorio per monaci greci che seguivano il culto ortodosso. Allora la chiesa cattolica, temendo sovversioni, introdusse una congregazione monastica basiliana. Si sostituì così il culto dell’icona della Madonna con il culto della statua, con poteri taumaturgici.
Nel 1522 il monastero divenne Santuario e venne collocata per la prima volta la statua della Madonna della Stella o Madonna della Scala. Da eremo di Chiesa bizantina diventò, col passare degli anni, santuario della Chiesa cattolica, e le vecchie icone bizantine vennero abbandonate, e mai più recuperate.
Il Santuario, molto conosciuto e meta di frequenti pellegrinaggi, è una piccola Chiesetta, molto suggestiva, costruita all’interno di una grotta a picco nella roccia. All’interno si possono ammirare i resti di un piccolo cenobio normanno, tracce di un affresco medievale che raffigurava san Michele Arcangelo, un interessante altare del XVII secolo, con pala architettonica e splendida tela.
La bellissima statua di marmo bianco, sita in fondo alla scalinata, raffigura la Madonna della Stella, probabilmente opera di Gagini (1562). La grotta che ospita la Chiesa, ricca di stalattiti, è solcata da disegni, scritte e invocazioni, ed è collegata attraverso un cunicolo ad un’altra grotta inferiore, più arieggiata e luminosa, dove è comodo riposarsi.
Vi si accede scendendo una lunga scalinata scavata nella pietra; per risalire è possibile l’uscita anche attraverso un passaggio naturale nella roccia e poi per un percorso ombreggiato da cipressi. Veramente apprezzabile la cornice naturalistica e panoramica nella quale è ubicata la grotta Eremitica con annesso complesso Conventuale di origine medievale.
Nel santuario si trovano, oltre alla statua della Madonna, i dipinti con l’Immacolata Concezione, la Santissima Trinità, l’adorazione dei pastori.
Di particolare interesse il frammento di un affresco di arte bizantino raffigurante Santa Maria Egiziaca che riceve l’eucarestia dal monaco Zosimo. L’affresco si ritiene sia del X-XI secolo, per la particolare caratteristica delle ciocche disordinate della capigliatura della santa; il raffigurare poi una santa anzichè un santo, fa pensare che vi sia stato per un certo periodo un eremitismo femminile.
All’interno della grotta vi sono rappresentazioni della Trinità, di Cristo, dell’Arcangelo Michele e la pietà.
Il 15 agosto di ogni anno, la grotta è meta di pellegrinaggio. Si sale per una strada di montagna (per sole persone) con una forte pendenza a partire dalla “Fontana vecchia” del comune di Pazzano e vi si arriva quasi in cima nei pressi della grotta. La festa celebra l’Assunzione della Madonna che ricorda la Dormitio Virginis bizantina.
Attorno alla Madonna di Monte Stella si narra una leggenda. Si racconta che la nave nella quale era
imbarcata la statua della Madonna inspiegabilmente si fermò a Monasterace. Da essa partì una luce rivolta
verso la grotta di Monte Stella. Dei pastori videro lo strano fenomeno, e la Madonna che sopra un bue si
dirigeva verso la grotta. Quando arrivò, iniziò a sgorgare acqua dalla grotta, e vennero portate due giare per
raccoglierla. Esse, però miracolosamente non si riempivano mai. All’acqua, come alla Madonna, furono
attribuiti poteri taumaturgici.
Tradizioni e folclore
Pazzano è noto anche per il rito religioso dell’Affruntata. Una manifestazione che, a differenza di quanto accade in altri comuni calabresi che vedono questo partecipato e sentito evento svolgersi nel periodo pasquale, qui la manifestazione va in scena la domenica successiva al primo martedì d’agosto. A Pazzano, dunque, la Cunfrunti (o Cumprunta) cade nella celebrazione del Santissimo Salvatore e si sviluppa da venerdì a domenica attraverso un calendario di eventi e liturgie in cui protagonisti sono anche le statue di Maria Santissima dell’Assunta e San Giuseppe. La chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo ospita il venerdì la statua del Santissimo Salvatore, momento iniziale a cui fa seguito alla mezzanotte di sabato l’esposizione in piazza della statua del Santissimo Salvatore, la celebrazione eucaristica e il trasferimento della stessa statua nella Cappella dei minatori. Questo momento prosegue poi con la veglia notturna. La giornata di domenica segna poi il momento più atteso e partecipato ed è suddiviso in due momenti: il rito del mattino e quello della sera. Il primo prende il via nella Cappella dei minatori dinanzi alla statua del Salvatore e vede avanzare la processione fino al piccolo santuario della Cona e poi avanti fino alla gremita piazza XXIV Maggio, mentre in chiesa vengono disposte le statue di Maria Assunta e di San Giuseppe per essere poi esposte al di fuori, al centro della strada. E’ questo il momento della “Cunfrunti” che vede i tre gruppi di portatori muoversi e avvicinarsi l’uno all’altro fino a diventare un corpo unico secondo movimenti e geometrie perfettamente coordinate.
Dopo l’inchino al Salvatore, le statue di Maria e Giuseppe trovano posto in posizione defilata e sanciscono il momento più sentito della Cunfrunti. Prima di lasciare spazio ai bambini ai quali viene concesso di toccare il Salvatore, la processione riconduce le tre statue nella chiesa dell’Assunta per la celebrazione della messa che chiude il rito del mattino. La Cunfrunti si riaccende di nuovo nel tardo pomeriggio con le tre statue che ripetono il copione del mattino e la processione che anima e coinvolge l’intero paese in un tripudio di festa, musiche e fuochi d’artificio.
La festa, che si celebra il 19 marzo, ha inizio nel pomeriggio con l'esecuzione di marce sinfoniche da parte del complesso bandistico pazzanese; alla sera il Santo viene portato in processione per le vie del paese fino alla Fontana Vecchia, dove si svolge uno spettacolo pirotecnico e al termine si scambiano le offerte come ex voto di "ciciri e cannarozzeda".
La festa si celebra la prima domenica di settembre. Della durata di tre giorni, la festa si svolge con la processione per le vie del paese, la donazione del tradizionale pane benedetto di San Rocco e uno spettacolo pirotecnico quando il santo arriva al boschetto.
Il pellegrinaggio si svolge il 14-15 agosto. Ha inizio nei pressi della "Fontana vecchia" dal quale si può salire per un sentiero di montagna che porta in cima al Monte Stella.