A maggio l’ambita preda è in amore, passa dallo Stretto nella sua migrazione verso Sud, seguendo la Costa Viola nel tratto tra Villa San Giovanni e Scilla. Risale poi, da inizio luglio, passando invece davanti alla costa di Ganzirri, dove è possibile avvistare anche qualche aguglia imperiale ed è lì che i pescatori si battono in cerca del loro bottino. Oramai sono rimasti in pochi a formare gli equipaggi delle “passerelle”, le tipiche imbarcazioni a motore che hanno sostituito il luntre a remi, il cui ultimo esemplare è custodito ed esposto in una sala del Castello Ruffo di Scilla. In uno scenario leggendario e mitologico – Omero per primo ne cantò i vorticosi flutti e le tragiche mostruose gesta di Scilla e Cariddi – uomini e pesci sono pronti a ingaggiare un particolare duello. All’alba di ogni mattina inizia la caccia al pesce spada (dal greco – xifías) con le passerelle che raggiungono la zona di pesca, divise in “poste” già assegnate. Anticamente, a supportare la battuta di caccia del luntre, gli avvistamenti del pesce pelagico avvenivano da terra, dall’alto dei terrazzamenti della Costa Viola sorretti dai muretti a secco (armacere) oggi Patrimonio Unesco. Si tramanda che furono i contadini i primi ad ammirare gli affioramenti e i salti d’amore della coppia di pesce spada (paricchia), segnalandoli così ai pescatori. Dapprima indicando la direzione della preda da catturare con lo sventolio di bandiere bianche, poi, nel tempo, con cantilene ritmate che echeggiavano dalla vedetta (bandiaturi) posta a terra.
Negli anni la vecchia barca a remi è stata sostituita dalla passerella, che prende il nome dal lungo ponte.
Una moderna imbarcazione a motore di 12 metri che solo nel mare dello Stretto è possibile ammirare. La caratteristica passerella – di circa 20 metri di lunghezza – consente al pescatore armato di fiocina (u ‘llanzaturi) di catturare l’ambita preda individuata dall’avvistatore di bordo (u falerotu), in piedi sull’antenna alta circa 30 metri e che dirige la rotta con il suo timone ben impiantato in cima.
Pesce dalle squisite carni di ogni splendido esemplare, la gastronomia locale ma anche quella gourmet propongono piatti con prodotti tipici della tradizione, esaltandone le proprietà organolettiche e valorizzando le produzioni locali.
Il pesce spada è anche simbolo di aggregazione; altra tradizione legata alla pesca era lo schiticchio o scialata, cioè un pranzo o una cena molto abbondante che in origine veniva offerta ai marinai dai proprietari delle barche durante l’inverno.