La tradizionale lavorazione della terracotta viene realizzata in molte botteghe della provincia di Reggio Calabria. Nel territorio di Gerace è fortemente influenzata dalla tradizione e dagli influssi delle popolazioni che hanno abitato il Paese nel corso dei secoli, dove tra tutti spicca l’ispirazione di fondo alla Magna Grecia con le famosissime maschere apotropaiche.
Lo sviluppo delle lavorazioni in argilla è però da attribuire alla necessità della vita quotidiana di un tempo per cui le maggiori produzioni erano volte alla realizzazioni di utensili domestici come anfore, vasi, pignatte, ecc…
Molto rinomati sono anche i cosiddetti “bumbuli” ovvero delle brocche realizzate in argilla e le giare per contenere e trasportare l’olio e il vino.
La testimonianza più artistica in questo ambito invece è data dalle pinakes, tavolette in terracotta con rappresentazioni a bassorilievo, la maggior parte delle quali ripropongono il mito di Persefone, nel momento del rapimento della giovane dea da parte di Hades, Dio dell’oltretomba, su un carro tirato da cavalli alati.
La presenza dell’attività di “cretari” a Gerace trova attestazione in era angioina (XIV sec.), ma fu a partire dal XV secolo, età aragonese, che si può parlare di una vera e propria fioritura di quest’arte, tanto che Gerace, diventò centro ceramico di notevole importanza artistica e commerciale attraverso l’opera dei suoi grandi maestri vasai, esportando i suoi prodotti, il vasellame e le maioliche, in Sicilia, Napoli e Spagna.
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