Collezione di presepi “Ninì Sapone”

Reggio Calabria

via Tommaso Campanella n. 63

presso Museo Diocesano

Tel: +39 338 75 54 386

Mail: info@museodiocesanoreggiocalabria.it

La Collezione comprende statuine e presepi appartenuti a Ninì Sapone, uno dei maestri italiani dell’arte presepiale. Le opere, in origine nucleo essenziale del museo del presepio di Reggio Calabria, istituito nel 1997 dal presepista reggino, nel 2012, dopo la scomparsa del maestro, sono state donate dai figli Adriana e Gianni al Museo diocesano, con l’intento di dare un seguito concreto all’opera di divulgazione dell’arte presepiale promossa dal padre.
Tra gli straordinari presepi italiani risaltano le statuine in ceramica dei fratelli Allegra di Reggio Calabria e quelle in terracotta di Giuseppe Pesa di Seminara, i manufatti in cartapesta di scuola siciliana del maestro Antonino Indovina datati al 1860 circa, le fantasiose composizioni di Francesco Scarlatella di Caltagirone, i gruppi ispirati al Settecento napoletano opera del maestro Antonio Greco di Castellamare di Stabia, quelli in cartapesta di scuola leccese di Marco Epicochi, le pregevoli creazioni di Alberto Finizio ed una, in particolare, di Adelma Rita Giani, i presepi bergamaschi in gesso, quelli liguri in ceramica policroma verniciata a fuoco opera di Delia Zucchi e, ancora, le composizioni lignee di Karl e Heinrich Demetz di Ortisei in Val Gardena. Ad essi si aggiunge una sezione dedicata ai presepi dal mondo, con manufatti in materiali e tecniche diversi, provenienti da Europa, Africa, Asia e Americhe.
Il Presepe meccanizzato di Ninì Sapone, opera che per anni ha affascinato e catturato l’attenzione di bambini, è stato ricostruito dal nipote Maurizio De Marco nella Chiesa del Santo Cristo, sita in via Miraglia, modificando un bozzetto con l’impiego di avanzate tecnologie elettroniche. Esso racconta l’alternarsi delle fasi del giorno, il passaggio della Cometa e la nascita del Salvatore, tra mirabili giochi di luce ed effetti scenici. Si possono ammirare l’arrotino che mola la lama, il fabbro che batte il ferro sull’incudine, il monaco che suona la campana, la donna che sbatte i panni, il pescatore che getta la lenza, il vasaio che gira il tornio, il contadino che zappa, le pale del mulino che girano, le porte che sbattono e tutto diventa elemento portante di quel villaggio millenario che, animandosi, si trasforma per incanto in un vero e proprio gioiello tecnologico, un presepe meccanizzato dall’invidiabile suggestione.
In attesa di una sede definitiva nella quale riallestire l’intera collezione di presepi, una parte della stessa è esposta in forma permanente al pianterreno dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Reggio Calabria, i gruppi presepiali più importanti, nel periodo natalizio, sono oggetto di mostre temporanee presso il Museo diocesano.