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L’area archeologica di Motta Sant’Agata si trova sulle colline di Reggio Calabria, precisamente tra i borghi diCataforio e San Salvatore, a 400 m. s.l.m. Fu il complesso di difesa più importante dei dintorni di Reggio, secondo alcuni storici esistente già in epoca protostorica, ma fiorente a partire dall’epoca bizantina.
Difficile stabilire esattamente quando e da chi fu fondata. Certo è, che grazie ad alcuni rinvenimenti archeologici – tombe, ceramiche e monete –si è certi dell’esistenza di Sant’Agata sin dall’età greca e romana. Durante il medioevo, in seguito alle incursioni dei saraceni, fu rifugio contro le razzie degli arabi, che riuscirono ad impossessarsi della città intorno al 921-924 e nel 976-977. Poche notizie si hanno relativamente al periodo normanno e svevo, mentre da numerosi documenti sappiamo che nel periodo angioino fu immune al giogo feudale e godette dell’autonomia municipale sia dalla vicina Reggio che da altri feudi.
Il 5 febbraio del 1783 un terribile terremoto distrusse quasi completamente l’antica città. Oggi, a distanza di quasi 250 anni, sui muri superstiti della chiesa di S. Basilio è ancora visibile un frammento di stemma nobiliare e, dietro un archivolto all’interno del tempio, altre tracce di affreschi. Della protopapale di San Nicola, conosciuta anche come la Cattolica, si conservano invece i possenti muri perimetrali, l’abside, la cripta e numerose tombe poste al di sotto del pavimento. Alle sue spalle, nel punto più alto si ergeva il castello.