Il Parco Nazionale dell’Aspromonte sorge all’interno della Città Metropolitana di Reggio Calabria, prendendo il nome dal Massiccio dell’Aspromonte.
A seguito della Legge Quadro sulle Aree Protette (6 dicembre 1991) venne prevista la perimetrazione del parco, definita nel 1994 (che considerava un territorio di circa 76000 ettari) nonchè la suddivisione in zone: il Piano Regolatore, previsto nel 2003, venne approvato nel 2007.
Una successiva perimetrazione, portò le dimensioni del Parco Nazionale dell’Aspromonte agli attuali 64.153 ettari. Il territorio del Parco, prende il nome dal Massiccio dell’Aspromonte, che significa candido, bianco e risale alle popolazioni greche della costa ionica che ammiravano le candide formazioni montuose del massiccio. Il territorio del Parco è dunque situato fra il Mar Ionio e il Tirreno, dai quali dista pochissimo, e dalle sue vette sono perfettamente visibili l’Etna e le Isole Eolie. Nel Parco Nazionale d’Aspromonte è la natura a farla da padrona, con vette che sfiorano i 2000 metri e una grande varietà di specie vegetali che generano un’ampia biodiversità, grazie anche a condizioni climatiche particolarmente favorevoli. Si incontrano oleandri e tamerici ma è possibile osservare anche il pioppo nero, il salicone e l’ontano nero, grazie alla numerosa e abbondante presenza di corsi d’acqua. E’ facile ritrovarsi in meravigliose foreste di faggio, ma la spettacolarità di pinete immense e sublimi si deve al pino laricio, l’albero emblema dell’Aspromonte.
Il Parco ospita anche molte specie animali che trovano nell’Aspromonte l’habitat ideale, come il lupo che ha scelto la montagna aspromontana come rifugio, ma anche il gatto selvatico, il ghiro, il cinghiale e lo scoiattolo nero. Non è difficile ammirare anche volpi, lepri, tassi, ricci, faine e martore. Oltre ai percorsi naturalistici che consentono lunghe passeggiate rilassanti, per chi ama l’attività sportiva all’aria aperta è possibile raggiungere punti panoramici mozzafiato in mountain bike o a cavallo, sci e canyoning. Nei piccoli borghi presenti nell’area del Parco sono celati numerosi beni storici, artistici e archeologici, che meritano di essere visitati. I borghi antichi conservano tutto il fascino del passato, con i caratteristici impianti urbani formati da piccole case una attaccata all’altra e strette viuzze, piccole piazze, antiche chiese, palazzi nobiliari e affascinanti scorci panoramici. Pentedattilo, borgo semi abbandonato, è denominato dai cinque pinnacoli di arenaria simili a cinque dita che hanno dato origine al nome. Bova, paese in posizione panoramica, sovrastato dai resti di un Castello, ha un bel centro storico in cui si possono visitare la Cattedrale, la Chiesetta bizantina dello Spirito Santo, il Palazzo Mesiani e la Basilica di San Leo.
Gallicianò è il borgo che meglio conserva la lingua e le tradizioni grecaniche, anche nella musica e nella gastronomia. Gerace, affascinante cittadina, prezioso scrigno culturale, ha mantenuto inalterato il centro storico ricco di chiese, palazzi d’epoca e vani, un tempo abitazioni o botteghe, scavati direttamente nella roccia.
Stilo, baluardo della Calabria bizantina, ha una storia iniziata al tempo delle colonie greche nell’Italia meridionale resa ancor più affascinante dall’insediamento sul suo territorio di numerose “laure” del monachesimo orientale, la cui principale testimonianza è la Cattolica. Chiesetta a pianta quadrata con tre absidi rivolte a oriente e cinque cupolette, è stata costruita dai monaci basilani che in Calabria avevano trovato rifugio dalle persecuzioni. Monasterace, la greca Kaulon, possiede un immenso parco archeologico con reperti dell’antica città. L’attuale borgo è stato costruito sui resti di un castello medioevale. L’Area Grecanica conserva tuttora forti caratteri della civiltà magnogreca e bizantina, soprattutto grazie alla conservazione del Greco di Calabria, un idioma che viene classificato come dialetto del greco antico. I comuni che rientrano nel territorio del parco sono : Antonimina, Bagaladi, Bova, Bruzzano Zeffirio, Canolo, Cardeto, Careri, Ciminà, Cinquefrondi, Cittanova, Condofuri, Cosoleto, Delianuova, Gerace, Mammola, Molochio, Africo, Oppido Mamertina, Palizzi, Platì, Reggio Calabria, Roccaforte del Greco, Roghudi, Samo, San Giorgio Morgeto, San Lorenzo, San Luca, San Roberto, Sant’Agata del Bianco, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Santa Cristina d’Aspromonte, Santo Stefano in Aspromonte, Scido, Scilla, Sinopoli, Staiti, Varapodio.
Flora
La flora dell’Aspromonte è molto variegata. Il parco dell’Aspromonte si estende per circa 3.300 km quadrati. Il bosco è costituito principalmente da abeti, faggi e pini secolari, inoltre è presente anche l’albero del castagno. Nel sottobosco si trovano fragoline, more, felci, asparagi, ciclamini, agrifoglio. Dopo le prime piogge autunnali è facile trovare funghi di diverso genere e tra quelli commestibili è facile imbattersi nel porcino. In alcune zone vicine al centro di Gambarie è presente sottobosco artificiale privo di vegetazione naturale.
Fauna
Tra i vari animali esistenti, soprattutto nella zona centro-orientale del massiccio, è presente ancora qualche esemplare di lupo. Altri mammiferi carnivori presenti nel bosco del Parco nazionale dell’Aspromonte sono il tasso, la volpe, la faina e la donnola. Vivono inoltre altri piccoli mammiferi, quali ad esempio lo scoiattolo o il driomio; quest’ultimo è un raro roditore molto simile al topo quercino e al ghiro (animale notturno dei boschi). Un altro esemplare di animale raro presente sul territorio del Parco nazionale è il gufo reale, il più grande rapace notturno d’Europa, che raggiunge un’apertura d’ali di 180 cm ed un peso di circa 3 kg. Nel parco è abbastanza diffuso anche il cinghiale. Infine è anche possibile incontrare il gatto selvatico, e lungo i corsi d’acqua la salamandra.
Aspromonte
Le peculiarità geologico-geomorfologiche dell'Aspromonte sono tali da rendere la Montagna del Parco Nazionale dell'Aspromonte unica nel panorama geologico e geografico (e non solo per gli aspetti fisici) dell'Europa, tanto da delineare dei veri e propri "paesaggi geologici" che costituiscono singolarmente e/o in un'ottica sistemica "Geositi - Rete di Geositi - Geoparco". Solo per ricordare alcune delle emergenze geologiche e geomorfologiche, si possono citare la sequenza di plateaux o terrazzi marini e continentali dell'Aspromonte di Reggio Calabria, o le Valli delle Fiumare, come l'Amendolea , La Verde, Buonamico, Careri, Torbido, ognuna caratterizzata da qualche peculiarità paesaggistica, che le rende uniche come complesso e come singola unità fisiografica. Limitando il discorso all'aspetto fisico del territorio, queste valli sono di estremo interesse soprattutto per la loro geomorfologia e idrologia.
Di notevole interesse sono anche le Grandi Pietre (Pietra Lunga a San Luca) e Monoliti, molti dei quali possono essere identificabili come duomi di esfoliazione, di cui un peculiare esempio è il territorio tra S. Luca e Natile vecchio. Altrettanto importanti sono il paesaggio "dolomitico" a pinnacoli, torri e pareti calcaree di Canolo (Dolomiti del Sud guglie calcaree di Canolo), in cui però insistono numerose cave di inerti, le cascate, alcune importanti per salto e portata, che si trovano nascoste nelle profonde gole che circondano i pianali dell'Aspromonte, e ancora le rocce cristallino-metamorfiche, le miloniti delle aree di Samo e del Santuario di Madonna di Polsi, legate ad antiche shear zone e per finire le grandi frane gravitative e/o DPGV (Deformazioni Gravitative Profonde di Versante), che conferiscono al territorio delle connotazioni suggestive e singolari (Geosito Gerace).
Il Geoturismo esperienziale in Aspromonte si esplica nella fruizione di itinerari geologico-naturalistici e culturali integrati, rivolti a diverse fasce di utenti, in grado di coinvolgere il visitatore da un punto di vista emozionale e personale, aiutandolo ad immergersi ed immedesimarsi nella geodiversità e biodiversità della realtà locale. Il Geo-turismo esperienziale può essere visto come il piacere di immergersi (con i sensi, le emozioni e la mente) nella Terra di un qualunque luogo del pianeta, nella sua storia, nei suoi processi, nei suoi paesaggi, nella sua natura e cultura, alla scoperta e nelle esperienze delle relazioni uniche che legano i caratteri geologico naturalistici a quelli antropologico culturali, inducendo il visitatore a modificare, in senso positivo, i suoi atteggiamenti e/o comportamenti nei riguardi della conservazione delle risorse e della sostenibilità, per il benessere responsabile e consapevole del turista e delle comunità locali.
Le rocce, i minerali, i fossili, i suoli e le formazioni terrestri sono parte integrante della nostra natura. La distribuzione degli habitat, delle piante e degli animali dipende non solo dal clima ma anche dalla geologia e dal paesaggio (Mappa geologica 3D - Geoparco Aspromonte). Geologia e paesaggio hanno profondamente influenzato la società, la civiltà e la diversità culturale del nostro pianeta.
Il concetto viene espresso per la prima volta nella Dichiarazione Internazionale dei diritti della Memoria della Terra, stilata da un gruppo di geologi nel 1991 a Dignedes Bains.
"Il difficile racconto della storia della Terra risiede nelle rocce e nel paesaggio che si osservano presso la sua superficie; questo insieme rappresenta la "Memoria della Terra". Solo in questi siti, e solo lì, è possibile tracciare i processi che in migliaia di milioni di anni si sono succeduti e che hanno creato l'attuale aspetto del nostro pianeta, compresa l'evoluzione della vita in cui è inserita quella dell'uomo. Quello che è conservato negli affioramenti rocciosi e nel paesaggio è da considerare unico, e talora molto fragile. Per questo è necessario riflettere sul fatto che ciò che si perde di questo patrimonio non potrà mai essere ripristinato o ricostruito, ed è quindi necessario capire e procedere alla sua protezione.